Appello al Consiglio di Stato infondato e perciò respinto. Questo vuol dire, per il Comune di Bienno, niente elezioni amministrative il 3 e 4 ottobre e, dal giorno successivo, ovvero da quando cesserà il suo mandato l’attuale sindaco Massimo Maugeri, arrivo del commissario prefettizio, che guiderà il municipio per sette-otto mesi, sino alle prossime votazioni della tarda primavera 2022. L’organismo si è riunito a mezzogiorno di ieri e la sentenza è arrivata in serata: un nuovo pugno nello stomaco per il candidato sindaco Ottavio Bettoni, per il primo cittadino uscente Maugeri, per l’unica lista «Bienno è anche tuo!!!» e per i biennesi.

La «colpa». Se la scorsa settimana il Tar, al quale il gruppo ha presentato ricorso non appena saputo che la commissione elettorale non aveva ammesso la lista, era stato chiaro, ieri il Consiglio di Stato ha rincarato la dose. Addossando la «colpa» del commissariamento alla «condotta dei promotori e sostenitori della lista ricusata, non improntata a un sufficiente livello di diligenza ed autoresponsabilità». La «colpa», che molti faticano ancora a capire, è di aver presentato 98 firme di cittadini a sostegno, quando la legge ne prescrive massimo 60. Il Tar ha respinto il ricorso perché l’esclusione va disposta sia quando le sottoscrizioni sono inferiori sia quando sono superiori al massimo prescritto dalla legge, visto che i limiti hanno carattere tassativo e automatico effetto escludente. Inoltre il limite massimo, soprattutto nei piccoli Comuni, eviterebbe delle «precompetizioni elettorali per assicurarsi il più alto numero di sottoscrittori possibile, al fine di dimostrare la forza e l’influenza della lista e dissuadere potenziali interessati, condizionando il voto». I motivi. Tutte motivazioni condivise dal Consiglio di Stato, che ha ritenuto le doglianze mosse da Bettoni e Maugeri «argomentazioni prive di pregio, vista la notevole entità del superamento del limite massimo, escludendo errori di conteggio e attribuendo alla raccolta delle firme l’unico significato di una prova muscolare, che ha dissuaso altri competitori».  Non solo, l’organismo afferma che vi è stato una sorta di «scoraggiamento» degli interessati proprio a causa della «massiccia raccolta di sottoscrizioni».

Le 38 firme in più sono ritenute dal Consiglio di Stato «notevolmente esorbitanti rispetto al limite massimo», dissuasive dei competitori e condizionanti il voto. Firme che, in un Comune da 3.800 abitanti (l’1%), determinano il commissariamento di un Comune, con il conseguente stop a diverse attività amministrative per mesi.

dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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