Il Governo è inadempiente, da anni, sul rinnovo delle concessioni idroelettriche. La Regione con due leggi ha cercato di tamponare il problema – prima permettendo ai concessionari con licenza scaduta, di continuare a gestire gli impianti fino al 31 dicembre 2017 poi con la legge che introduce, per i concessionari, un canone aggiuntivo per il periodo di proroga; risorse che si tradurrebbero in 23 milioni per Regione Lombardia, nello specifico in 4 mln di euro circa per la Valle Camonica. Ma sull’arrivo di questo tesoretto, pesa un’incognita: il ricorso presentato dai grandi concessionari contro il canone aggiuntivo. Quella che ormai è diventata la “Storia infinita”, esempio di rimpallo di competenze tra Stato e Regioni, con il Governo che nonostante gli innumerevoli appelli non passa la palla alla Regione, stabilendo i criteri con cui l’ente regionale può indire le gare di rinnovo delle concessioni, è stata al centro dell’ultima Commissione Energia di Federbim presieduta dal Presidente della Provincia di Brescia Pierluigi Mottinelli. In ballo ci sono milioni di euro che la poltica valligiana unita, con l’appoggio dell’ente regionale e di quello provinciale, vogliono convogliare il più possibile sui territori montani, quelli più sfruttati dal punto di vista idroelettrico.

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