Sono per l’80% nigeriane, per il 60% rumene, per il 10% di altre nazionalità. Hanno tra i 18 e i 25 anni e hanno una cosa in comune: sono tutte schiave. La loro famiglia lontana non sa che sono vittime della tratta. Troppa la vergogna di essersi fatte raggirare da chi le ha portate in Italia con la promessa di un lavoro ma poi ha tolto loro l’identità e la dignità. Senza documenti, senza soldi, minacciate e costrette a vendere il loro corpo in cambio di pochi euro che finiscono in tasca ai protettori o alla madame cui devono anche pagare il pizzo per il marciapiede dove sono costrette a battere. Non prostitute quindi, ma prostituite. La Caritas di Darfo ogni venerdì nella zona industriale di Darfo, ne avvicina 15. Offre thè e brioches ma offre soprattutto ascolto ed assistenza legale e medica. Le ragazze sono spesso malate, eppure i loro clienti pagano di più per avere rapporti non protetti. Conquistare la fiducia delle ragazze e rompere la corazza che si sono costruite attorno, è difficilissime. Ma quando succede, emergono storie terribili. Eppure tutto questo non avviene solo nell’indifferenza generale, avviene anche con la collaborazione dei cittadini di Darfo Boario Terme e della Valle Camonica in generale. In tre anni le forze dell’ordine hanno multato circa 350 clienti. 500 euro a testa che spesso pagano a rate. A volte la multa è contestata dalle mogli. Il 50% infatti dei clienti è sposato. Questi numeri raccontano solo una piccola parte di questo che si svolge principalmente in appartamenti o locali. Recentemente per questo in valle è stato chiuso un night. La Caritas di Darfo coinvolgendo comune, comunità montana, ASST, Azienda Territoriale per i servizi alla Persona, Consultorio Familiare, Associazione Resilienza, ha dato il via al progetto “sulla strada” che prevede la divulgazione di materiale informativo video e cartaceo per contrastare l’indifferenza diffusa e i preguidizi.

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