Il caso non si sgonfia. Al contrario la «guerra del latte» in Vallecamonica è sempre più nel vivo. Con Procura e Guardia di Finanza che seguono quanto sta accadendo e quanto fin qui avvenuto.

«La cosa più importante è che questa faida non blocchi la fase di rilancio che sta vivendo Cissva» dicono dalla Cisl, sindacato che da tempo segue la vicenda del caseificio sociale, creato nel 1983, e che dopo una fase economicamente complicata si sta rilanciando. «Ricordiamo che sono state liquidiate anche le quote di Comunità montana di Vallecamonica e del Bim quando i due enti pubblici hanno lasciato la compagine societaria» viene sottolineato. «La presidente di Cissva ha assicurato che nel 2024 ci sarà anche spazio per un integrativo ai lavoratori che manca da 15 anni» svela la Cisl.

EMBED [Leggi anche]Oggi attorno a Cissva si sta scatenando una lotta tra gruppi diversi. Da una parte Ettore Prandini, numero uno nazionale di Coldiretti, e dall’altra Mario Bezzi, delegato del Comune di Ponte di Legno in Comunità montana, ma anche presidente del Sit, la Società di impianti turistici, che ha il 68% delle quote di «Agricoltura Etica nella Valle dei Segni», la compagine che ha vinto il bando indetto da Comunità montana per creare un nuovo caseificio in Valle in grado di rompere il monopolio Cissva. E proprio nell’intreccio di società e ruoli si inserisce la denuncia pubblica di Ettore Prandini che a un convegno a Lonato del Garda ha parlato di «segnali di intimidazione inviati da una parte della Vallecamonica alla Coldiretti per il ruolo strategico che ha avuto nel rilancio economico di Cissva».

Questa mattina alle 10.30 a Breno è prevista una conferenza stampa – molto attesa dopo lo sfogo di Prandini – del presidente della Comunità montana della Vallecamonica Sandro Bonomelli. I segnali non sono quelli di distensione. 

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dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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