La montagna ha continuato a sputare acqua, fango e detriti per quasi 48 ore, lasciando gli abitanti di Paspardo senza la strada d’accesso al paese e pure senz’acqua. Una furia che, dopo aver sfondato il muro di contenimento a monte della provinciale 88, alle porte dell’abitato venerdì sera, nel primo pomeriggio di ieri ha anche sfondato il guardrail a valle, gettando ancora più sotto il materiale.

Un peso che è finito sull’acquedotto che serve l’intero paese, tranciando i cavi della corrente. Le vasche d’accumulo dell’acqua potabile non hanno così più avuto l’energia per pompare e distribuire nella rete, risultato: rubinetti a secco. Il sospetto è subito ricaduto sulla precaria condizione dell’acquedotto a seguito dello smottamento. Il vicesindaco Caty Dassa ha allertato il numero di emergenza di Enel e già a metà pomeriggio i tecnici sono arrivati sul posto. Due le opzioni: installare un generatore o portare un cavo «volante» della corrente, utile a rifornire l’impianto. Nel frattempo, a Paspardo, è stato impossibile bere, farsi una doccia o utilizzare i servizi.

EMBED [Alcune barriere non hanno retto all’ondata di fango]

EMBED [Leggi anche]I danni sono ingenti: a monte della strada si è staccato un pezzo di versante e le intense piogge hanno ingrossato il sottosuolo, facendo «esplodere» le sorgenti sottostanti. Il materiale ha sfondato il muro contenitivo della carreggiata e continua ancora ora a scorrere. Un lavorio e un peso che le barriere a valle non sono riuscite a contenere: detriti e fango si sono portati via un pezzo di provinciale e, purtroppo, anche l’auto del giovane che, venerdì, sfortunatamente stava transitando nel momento del dissesto. Il mezzo, travolto dal fango, è rimasto incastrato sul guardrail ed è stato impossibile recuperarlo, vista l’instabilità del versante e il continuo scorrere dei materiali. L’auto è così finita ieri nella scarpata e sarà difficoltoso recuperarla.

I prossimi passi

Questa mattina è previsto un incontro in municipio per iniziare a programmare il da farsi, con il sindaco Fabio De Pedro, la Provincia e gli altri enti coinvolti: la consapevolezza è che si tratta di una situazione davvero delicata. Da oggi, con la ripresa degli spostamenti verso scuole e posti di lavoro, tra l’altro, le cose si complicano ulteriormente.

Per raggiungere il fondovalle si può percorrere la strada per Capo di Ponte, che è più lunga e disagevole. Basti dire che gli alunni di elementari e medie di Cimbergo che vanno a scuola a Paspardo, invece di percorrere un paio di chilometri dovranno scendere a Ceto, andare a Capo di Ponte, imboccare la nuova strada e risalire sino a Paspardo, con dispendio di tempo aggiuntivo. Lo stesso per i bambini paspardesi che frequentano l’asilo a Cimbergo; anche i lavoratori dovranno puntare la sveglia più di qualche minuto prima.

EMBED [Il fronte è monitorato con attenzione]

Se quello di Paspardo è il fronte più preoccupante dopo l’ondata di maltempo degli ultimi giorni, in Valcamonica resta chiusa anche la provinciale che collega Borno alla Valdiscalve, nell’attesa dei lavori di messa in sicurezza della frana scesa dieci giorni fa. Così come è necessario porre attenzione lungo alcuni tratti della statale 42, in particolare tra Berzo Demo e Sonico, ancora invasi dalle acque di scolo.

Nella vallata parallela, la Valtrompia, è stato risolto il problema sulla ex statele 345 ma restano isolate le due frazioni di Bovegno, mentre in Valvestino, sull’alto Garda, è sempre chiusa la strada che sale da Gargnano, si decideranno eventuali interventi nella giornata odierna.  

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dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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