«Macché 2025!? Entro l’autunno dell’anno prossimo il primo convoglio deve partire». Matteo Salvini accelera sul treno a idrogeno per la linea Brescia-Iseo-Edolo. Oggi il vicepremier e ministro alle Infrastrutture era presente, insieme a un folto gruppo di autorità, allo scalo ferroviario di Milano Fiorenza, dove è stato inaugurato il primo treno che collegherà la nostra città al Sebino e alla Valcamonica. «La Lombardia – aggiunge – corre, fa innovazione e si conferma locomotiva d’Italia. Questo è il green che ci piace, quello che va di pari passo con l’economia, che porta sviluppo e lavoro. E non quello che porta desolazione e desertificazione industriale».

Chi c’era

Al taglio del nastro erano presenti anche Alessandro Morelli, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Regione Lombardia con gli assessori Franco Lucente (Trasporti e Mobilità sostenibile), Claudia Maria Terzi (Infrastrutture e Opere pubbliche) e Alessandro Spada, presidente di Assolombarda. Sono intervenuti inoltre il presidente di Fnm Andrea Gibelli, il presidente di Ferrovienord Fulvio Caradonna, la presidente di Trenord Federica Santini, l’amministratore delegato di Trenord e direttore generale di Fnm Marco Piuri, il Presidente Alstom della Regione Europa, Gian Luca Erbacci e il direttore generale di Alstom Italia e Presidente e Aaddi Alstom Ferroviaria, Michele Viale. Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, è intervenuto con un videomessaggio nel corso dell’inaugurazione.

Il progetto

Promosso da Fnm, Ferrovienord e Trenord, il progetto H2iseO ha l’obiettivo di sviluppare in Valcamonica una filiera economica e industriale dell’idrogeno, a partire dal settore della mobilità, avviare la conversione energetica del territorio, contribuire alla decarbonizzazione di una parte significativa del trasporto pubblico locale. Si tratta di un progetto altamente innovativo, che prevede, tra le altre cose, la realizzazione di tre impianti di produzione, stoccaggio e distribuzione di idrogeno rinnovabile senza emissioni di CO2 (a Brescia, Iseo e Edolo), oltre che la messa in servizio di 40 autobus a idrogeno in sostituzione dell’intera flotta oggi utilizzata da Fnm Autoservizi.

Il treno 

I nuovi treni a idrogeno sono basati sul modello del treno regionale monopiano Coradia Stream di Alstom, rivolto al mercato europeo e già prodotto da Alstom in Italia. Il Coradia Stream a idrogeno manterrà gli elevati standard di comfort della sua versione elettrica e garantirà le medesime prestazioni operative dei treni diesel, compresa l’autonomia. Il Coradia Stream a Idrogeno può operare sulle linee non elettrificate, proprio come la Brescia-Iseo-Edolo, in sostituzione dei treni che utilizzano combustibili fossili, e offre caratteristiche di comfort e silenziosità paragonabili a quelle degli altri modelli Coradia elettrici, con un’autonomia di oltre 600 km.

EMBED [Leggi anche]Il treno è stato creato e prodotto negli stabilimenti Alstom in Italia, coinvolgendo il sito di Savigliano per lo sviluppo, la certificazione, la produzione e il collaudo, il sito di Vado Ligure per l’allestimento della «power car» in cui è installata la parte tecnologicamente innovativa legata all’idrogeno, il sito di Sesto San Giovanni per i componenti e il sito di Bologna per lo sviluppo del sistema di segnalazione.

Ma come funziona il nuovo treno a idrogeno? La carrozza intermedia chiamata Power Car, in cui risiede il cuore della tecnologia rappresenta la principale fonte di energia. Energia che è fornita dalla combinazione dell’idrogeno (immagazzinato nei serbatoi) con l’ossigeno dell’aria esterna, senza emissione di CO2 nell’atmosfera. Le batterie agli ioni di litio ad alte prestazioni immagazzinano l’energia che viene successivamente sfruttata nelle fasi di accelerazione per supportare l’azione delle celle a idrogeno e garantire il risparmio di carburante.

Sostenibilità

«L’evento di oggi segna una tappa fondamentale del percorso iniziato dal Gruppo Fnm a novembre 2020 con H2iseO – spiega Gibelli -. Si tratta di un progetto con un alto contenuto di innovazione, che abbraccia le dimensioni sociale, economica, geografica, ambientale e della mobilità e ha un grande valore in termini di sostenibilità perché ci consente di utilizzare l’infrastruttura ferroviaria già esistente mettendo in servizio i nuovi treni a idrogeno, che sono in grado di abbattere le emissioni, di contribuire alla decarbonizzazione della mobilità nella valle e di garantire maggiore comfort ai viaggiatori».

La fase dei test per il nuovo treno sarà la prossima primavera. Se tutto andrà come da auspici davvero sarà possibile fare il viaggio inaugurale entro la fine del 2024, come conferma Piuri. «H2iseO – aggiunge – è un passo di un percorso più ampio: in questi anni, in Valcamonica abbiamo progressivamente rinnovato la flotta, passando da vecchie automotrici diesel ai più moderni Atr, più performanti e meno inquinanti, fino ad arrivare all’idrogeno». Perché meglio l’idrogeno dell’elettrico? «Perché – risponde – ha un costo di realizzazione molto inferiore e soprattutto si può sfruttare l’infrastruttura ferroviaria esistente, evitando di chiudere la linea per 4 o 5 anni per i lavori».

Le proteste

Non tutti però sono d’accordo: in mattinata davanti all’ingresso della attigua fiera milanese, dove è in corso l’Expo Ferroviaria, si è svolta una manifestazione di ambientalisti guidata da Dario Balotta, che più volte ha espresso contrarietà al progetto.

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dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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