«Delitti bresciani»: la nuova puntata è su Andrea e Davide, uccisi dal padre

La mattina del 16 luglio 2013, in un appartamento di via Sacadur a Ono San Pietro in Valcamonica, il 40enne Pasquale Iacovone uccide i suoi due figli, Andrea e Davide, che hanno 13 e 9 anni. Prima li soffoca, forse con un cuscino, e poi li cosparge di benzina e appicca il fuoco. I soccorritori li trovano carbonizzati, sdraiati uno accanto all’altro, nel lettone del padre. Lui stesso riporta gravissime ustioni e per mesi resta ricoverato in ospedale a Padova, lottando tra la vita e la morte.

Sopravvissuto, è stato condannato all’ergastolo (sentenza confermata in Cassazione a aprile 2017). I giudici l’hanno definita «una vendetta disumana» nei confronti della ex moglie, Erica Patti, con cui si era sposato nel 2000 per poi separarsi nel 2009: un «risentimento ossessivo perché la donna lo aveva lasciato e aveva iniziato una nuova relazione». Il suo intento era vederla soffrire. Oggi Iacovone è detenuto nel carcere di Opera a Milano.

Alla tragedia che sconvolse tutta Italia è dedicata la nuova puntata del podcast «Delitti bresciani» di Andrea Cittadini, disponibile gratuitamente su Spreaker, Spotify e le principali piattaforme audio.

EMBED [Delitti bresciani – Andrea e Davide, uccisi dal padre]

La battaglia di Erica Patti

La mamma di Andrea e Davide aveva denunciato 10 volte le minacce dell’ex marito. «Ho chiesto aiuto a tutte le istituzioni che avrebbero dovuto proteggerci». Non è stato così. Erica Patti non è stata creduta, eppure alcuni sms dell’ex marito non lasciano spazio a dubbi. Il 23 giugno 2012, ad esempio, le scriveva: «Ammazzo te e tua mamma, l’unico punto per farti del male è fare del male ai tuoi figli. Non li vedrai mai più. Li ammazzo».

EMBED [Tragedia di Ono San Pietro: la mattina del ritrovamento e i funerali]

Ospite della trasmissione Messi a fuoco di Teletutto, racconta: «Non sono stata creduta. Ho sempre pensato che li avrebbe uccisi, quando mi hanno chiamato quel giorno avevo già capito cos’era successo». Come venivano accolte le denunce? «Ogni volta venivo trattata come la moglie rompiscatole, pensavano fossi io a volermi vendicare di lui. I carabinieri non sapevano nemmeno cosa volesse dire "stalking"». Iacovone non accettava la fine del matrimonio, né che Erica si stesse ricostruendo un’altra vita con un nuovo compagno, che ancora oggi le è accanto e da cui ha avuto un bambino, Riccardo. «Voleva punirmi».

Come è riuscita a sopravvivere a un dolore così? «Dopo anni difficilissimi che non si possono definire "vita", ho reagito per le persone che avevo vicino. La spinta me l’ha data la consapevolezza di poter aiutare altre donne, per questo ho fondato l’associazione Dieci». Dieci è nata nel 2015 e ha l’obiettivo di sostenere le famiglie in difficoltà, in particolare i bambini e le donne vittime di ogni forma di violenza, «promuovendo un vero e proprio cambiamento culturale». L’associazione organizza incontri per sensibilizzare l’opinione pubblica, coordina spazi di ascolto, fa formazione nelle scuole e crea raccolte fondi. Per sostenere Dieci o entrare a far parte del progetto, i contatti sono 331.2978050, info@dieciaction.it e www.dieciaction.it.

Il libro

EMBED [La copertina del libro «Col senno di poi» di Erica Patti, a cura di Laura Bergami]

Erica Patti ha scritto un libro, disponibile in libreria e online da marzo 2022: «Col senno di poi», di cui è coautrice la giornalista di Teletutto Laura Bergami, che prende il titolo da una frase che un’assistente sociale disse dopo la tragedia. «Ho ricostruito la mia storia, con difficoltà, perché voglio arrivare a tutte le donne che subiscono violenza. È evidente che nel mio caso qualcosa non ha funzionato, ma bisogna denunciare. Rivolgersi alle forze dell’ordine è l’unica strada: queste donne devono pur potersi fidare dello Stato, hanno diritto di fidarsi di qualcuno».

EMBED [Box News 5 Min Articolo]

dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
Leggi articolo originale

Rispondi