Il principio di base è il medesimo della Marmolada: il gran caldo di quest’estate, con lo zero termico che si dirige verso i 5mila metri, ha accelerato in maniera smodata lo scioglimenti dei ghiacciai, che si sono indeboliti al punto da frantumarsi e far staccare enormi pezzi, i «famosi» seracchi. Quello che è collassato un mese fa dalla Marmolada ha purtroppo investito e ucciso diversi escursionisti. Il seracco scollato giovedì sera dalla Val Gallinera di Sonico, fortunatamente, non ha coinvolto persone, ma ha messo in allarme l’intero paese di Rino. Perché i tocchi di ghiaccio, il permafrost, unito a fango e acqua nerissima, si sono incanalati lungo il torrente Val Rabbia, facendo registrare un flusso anomalo di materiale e, di conseguenza, facendo scattare il sistema d’allerta posato lungo le pendici della Val Rabbia. Prima che i sistemi scattassero, è stato il rifugista di Malga Stain ad avvertire in paese.

Ha chiamato preoccupato il sindaco Gian Battista Pasquini, raccontando d’aver sentito rumori molto forti e visto un gran polverone alzarsi dietro la costa di fronte al rifugio (l’area del distacco non è visibile dal rifugio). Ha subito capito cosa poteva essere successo e ha avvisato a valle. Nel frattempo la sirena in paese è scattata (finora lo aveva fatto solo dopo giorni di pioggia o per le esercitazioni).

Flusso anomalo

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Dopo circa mezz’ora dal torrente è passata acqua nera e densa, ma in quantità contenuta. Per questo il sindaco ha disinnescato l’allarme, tranquillizzando i residenti. «Ci sono stati momenti di paura per la Val Rabbia – conferma Pasquini -, ma nessun problema grave perché non piove, fa davvero tanto caldo, anche in quota. Un movimento franoso, composto da ghiaccio, terreno smosso, ovvero il permafrost privato del gelo, e acqua in uscita dal ghiacciaio della Val Gallinera ha generato un flusso d’acqua anomalo, ma non pericoloso, rilevato dai nuovi sistemi Spider. La situazione è rientrata, ma ci preoccupano le piogge dei prossimi giorni».

Dal cielo

Nella mattinata di ieri il sindaco e il geologo Luca Albertelli hanno effettuato un sorvolo con un elicottero dei vigili del fuoco, per osservare da vicino quanto successo e verificare se c’è ancora materiale da scaricare, oltre allo stato del ghiacciaio. «Si è staccata la lingua terminale del ghiacciaio – spiega il sindaco -, che ha innescato la colata, per lo più di permafrost e limo nero, arrivata fino in paese. La cosa positiva è che non si è ostruito l’alveo, che risulta libero, quindi non dovrebbero esserci problemi. Tutto è sotto controllo e la vigilanza è massima, il sistema di allerta è perfettamente funzionante. Speriamo che i temporali delle prossime ore non incidano troppo sulla zona».

EMBED [Il ghiacciaio dell’Adamello]

dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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