Due ore. Dalle 16 alle 18. E all’uscita nessun commento, e i nervi a fior di pelle per una situazione emotivamente pesante e difficile da reggere. Film dell’ultima visita in carcere della madre di Mirto Milani, il 27enne nato a Lecco, ma residente nella Bergamasca, detenuto dal 24 settembre per l’omicidio di Laura Ziliani, così come due delle tre figlie della ex vigilessa di Temù, Silvia e Paola Zani, che sono invece a Verziano.

«Il trio criminale», come è stato definito nelle carte dell’inchiesta, è accusato in concorso di aver ucciso la donna nella notte tra il sette e l’otto maggio e di averne occultato il cadavere, ritrovato poi l’otto agosto tra la vegetazione vicino al fiume Oglio a Temù.

EMBED [Leggi anche]Ieri pomeriggio la madre di Mirto si è presentata a Canton Mombello con una borsa piena di indumenti e alimenti per il figlio che dopo un periodo in isolamento ora è in cella con altri detenuti. Ad accompagnarla in auto il marito che però non è entrato in carcere. Il colloquio madre e figlio è stato lungo e alle 18 la donna è uscita reagendo malissimo.

Vedendo giornalisti e fotografi è tornata nervosamente nella sala d’attesa di Canton Mombello con grande stupore degli agenti di Polizia penitenziaria. Poi si è seduta su una sedia a fianco di un calorifero minacciando di non uscire più. Arrivando a chiedere l’intervento dei carabinieri, negato dalla comandante della Penitenziaria del carcere cittadino che senza giri di parole ha fatto capire alla donna che non poteva fermarsi. Dopo un confronto è intervenuto il marito che arrivando in auto ha parcheggiato davanti all’ingresso pedonale della casa circondariale e ha prelevato in tutta fretta la moglie.

EMBED [Laura Ziliani con le figlie Paola e Silvia ora detenute]

La linea del silenzio è quella che stanno seguendo anche i tre arrestati. Mirto Milani, Paola e Silvia Zani non hanno infatti fino ad oggi mai ancora raccontato la loro verità agli inquirenti. Nell’interrogatorio di garanzia davanti al gip Alessandra Sabatucci e al pm Caty Bressanelli si erano avvalsi della facoltà di non rispondere. La Procura nel frattempo è in attesa della relazione completa del medico legale che ha effettuato l’autopsia e che è chiamato a stabilire con certezza la causa della morte. «Le indagini tossicologiche hanno permesso di rilevare la presenza di bromazepam, un composto benzodiazepinico avente azione ansiolitica e ipnoinduttrice, in quantità potenzialmente idonea a compromettere la capacità di difesa rispetto ad insulti lesivi esterni».

Il farmaco da solo non ha però ucciso Laura Ziliani. L’ipotesi è che possa essere stata soffocata con un cuscino, ma le certezza potrebbero arrivare nei prossimi giorni quando in Procura è atteso il deposito della relazione medica finale. Ancora da capire poi dove l cadavere possa essere stato occultato. «Alla luce del vestiario della Ziliani e delle condizioni di conservazione del suo cadavere – ha scritto il professor Verzelletti – si ritiene che il corpo sia stato lungamente occultato in un luogo che ne ha permesso una discreta conservazione per l’ampio lasso temporale di tre mesi».

dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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