Escluso l’incidente, per assenza di traumi e fratture in grado di testimoniarlo, i consulenti di procura, alla presenza di quelli nominati dalle persone offese e dalle due figlie e dal compagno della più grande indagati per omicidio volontario e occultamento di cadavere, già da ieri erano al lavoro per cercare di capire come e perché Laura Ziliani sia morta. Gli inquirenti sono in cerca di sostanze tossiche: segno che l’ipotesi dell’avvelenamento è al momento quella ritenuta più probabile.

Iniziati nella giornata di giovedì, gli accertamenti sul corpo della 55enne ex vigilessa spuntato dal bosco nei pressi del torrente Fumeclo a Temù attorno alle 11 di domenica scorsa proseguiranno ancora per diversi giorni e saranno eseguiti sempre in contradditorio tra le parti. Sicuramente i medici legali saranno all’opera ben oltre Ferragosto. Potranno farlo – si raccoglie da fonti investigative – su materiale biologico in perfetto stato di conservazione. Il corpo della donna svanita nel nulla l’8 maggio scorso era intatto. Intatti anche gli organi interni, il che dovrebbe consentire agli esperti di ottenere le risposte che vanno cercando.

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EMBED [Leggi anche]Esclusa dalla tac la presenza di fratture e lesioni interne, gli accertamenti ripartiranno da esami tossicologici. Ristretto il ventaglio delle cause di morte al malore, al suicidio e all’omicidio, la pista dell’avvelenamento al momento è in cima alla lista delle ipotesi: quella più plausibile dopo le risposte significative, anche se parziali, fornite dall’autopsia. Gli organi interni, a partire dal fegato, possono dire se l’ex vigilessa di Temù sia morta intossicata. Quello che non possono fare è affermare se la donna sia stata avvelenata o se abbia assunto deliberatamente sostanze tossiche. A stabilirlo, nel caso, dovranno essere gli inquirenti con altri elementi di prova e facendo ricorso alla logica. Quest’ultima non può non tenere in debita considerazione il fatto che indosso Laura Ziliani aveva solo slip e canottiera. Che la donna si sia spogliata e liberata degli indumenti prima di compiere il gesto estremo è circostanza che gli inquirenti non possono escludere, ma alla quale credono davvero poco. Difficile, ma meno probabile, sia stata soffocata, anche nel sonno. Qualche segno, in quel caso, ci sarebbe.

dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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