Viveva da prigioniera. Non poteva uscire, non poteva frequentare amicizie, neppure connazionali, non poteva lavorare e men che meno imparare l’italiano che le avrebbe permesso di integrarsi. Doveva solo accudire il figlio di due anni e soddisfare le necessità del marito che la considerava una sua proprietà.

Un uomo violento e dedito allo spaccio e al consumo di cocaina e proprio l’abuso di stupefacenti lo ha reso in molte occasioni oltremodo violento e incontrollabile. L’ennesima storia di violenza nei confronti delle donne è stata scoperta dai carabinieri di Darfo Boario Terme che, ascoltando la vittima e i genitori dell’uomo, hanno scoperto abusi e maltrattamenti che duravano da anni, da quando la donna, una marocchina di 23 anni, è stata fatta arrivare in Italia.

Nei giorni scorsi la situazione è esplosa. Dopo l’ennesimo abuso di cocaina l’uomo, 35enne suo connazionale che vive di espedienti e di qualche sussidio, si è scagliato contro la giovane moglie. L’ha insultata, picchiata e chiusa in una stanza senza alcun motivo. Un episodio che seguiva di poche ore un’altra aggressione di pochi giorni altre percosse. Il tutto spesso anche davanti agli occhi del bimbo di due anni, nato in Italia nel 2019.

La ragazza ha capito che la situazione era definitivamente precipitata e ha tentato il tutto per tutto: forzando la porta chiusa è fuggita e si è rifugiata a casa dei suoceri che abitano in un palazzo poco distante dalla casa popolare occupata dalla famiglia. La suocera, che da tempo provava a convincere il figlio a cambiare atteggiamento nei confronti della moglie, prima ancora che la ragazza arrivasse aveva già chiamato i carabinieri e sono stati i militari della stazione di Darfo a fare irruzione nell’appartamento. Quando lo hanno perquisito lo hanno trovato in possesso anche di cinque grammi di cocaina che hanno ulteriormente appesantito il suo conto con la legge. Deve rispondere di maltrattamenti in famiglia e di lesioni personali aggravate.

dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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