Un tranquillo weekend di Pasqua e di autentica paura. È quello che hanno vissuto sulla loro pelle – ed è un modo di dire, ma solo per pochi centimetri – quattro giovanissimi amici che per la grigliata di Pasqua e Pasquetta, per bersi qualche birretta senza rischiare 400 euro di multa e per sfidarsi alla Playstation in un’inesauribile maratona di Fifa21, hanno affittato la cascina sbagliata, nei giorni sbagliati e a venti metri di distanza dal vicino di casa sbagliato.

Quest’ultimo, da un paio di giorni in quarantena perché positivo al Covid-19 come la moglie e il figlio, cerca di attaccare bottone. I ragazzi sanno che ha il coronavirus e dopo aver fatto melina lo invitano esplicitamente a girare alla larga. Lui non la prende benissimo. Tutt’altro.

Torna sui suoi passi, ma poco dopo si ripresenta con argomenti più persuasivi: minacce esplicite ed un fucile da caccia a tracolla. L’uomo preme il grilletto quattro volte ad altezza uomo. Sfonda porte, finestre, rompe tutto quel che trova davanti a sé. Fortunatamente non centra i vicini di casa, salvati dalla loro prontezza di riflessi.

Succede tutto nel tardo pomeriggio di sabato. Siamo a Degna, località tra Breno e Bazena. I ragazzi, il più giovane deve compiere 17 anni il più grande va per i 23, attorno alle 18 sono pronti per la loro due giorni di Pasqua, non possono immaginare che il vicino di casa che vedono armeggiare con la moto sega e la legna da ardere possa trasformarsi nel loro peggiore incubo, nemmeno quando dopo aver sistemata la catasta, si ripresenta con il fucile a spalla. I quattro sanno che è positivo al Covid19 e che pertanto devono tenersene a debita distanza.

L’uomo, 55 anni nel prossimo mese di novembre, non si preoccupa della sua positività e si avvicina. Prima chiede «roba», facendo capire che vuole droga. Ottenuta in cambio una birra, perché di «roba» i ragazzi non ne hanno. Così cambia obiettivo. Vuole partecipare alla festa dei vicini di casa che, a questo punto perdono la pazienza, rispondono male e involontariamente scatenano l’inferno. Il vicino rifiutato torna con il suo fucile sovrapposto armato da cartucce «7», con pallini da 2,5 milimetri per la caccia alla lepre. I ragazzi se ne accorgono e si barricano in casa, con l’accortezza di tenersi a distanza dalle porte. Il 55enne punta a quella d’ingresso e spara e lo fa due volte. Le «rosate» sfondano il vetro, centrano il televisore e la playstation dei ragazzi lasciando solchi profondi sul monitor e consolle. Rimasto senza colpi in canna l’uomo torna sui suoi passi per procurarsi altre cartucce, poi torna e se la prende con l’altro ingresso della cascina del vicino. Altri due colpi sfondano anche l’altra porta finestra, ma non feriscono gli occupanti della cascina che – come nei film – hanno contato le esplosioni e capito che il cecchino ha finito le munizioni e che è il momento di scappare. 

I quattro si lanciano fuori di casa, inseguiti dalle urla del 55enne: «Ve copeee! Ve copeee!» grida loro l’uomo che, non contento, decide di seguirli in auto. Dopo aver cercato la fuga lungo la provinciale che porta a fondovalle i ragazzi si rifugiano nel bosco, proprio quando sul bosco comincia a calare il buio. Iminuti passano a dozzine prima che il coraggio li spinga di nuovo allo scoperto. Fuori – almeno apparentemente – tutto tace. Loro così tornano verso la cascina e chiamano i carabinieri. Arrivano quelli della Compagnia di Breno. Del caso viene informato anche il magistrato di turno: Antonio Bassolino. Dell’uomo si sono perse le tracce. I militari cercano un uomo armato a bordo di una Volkswagen grigio scuro. Il pm dispone la localizzazione gps del ricercato, che ha evitato di chiamare casa, ma anche gli altri parenti. Icarabinieri localizzano il cellulare nei pressi di Costa Volpino: da li il telefono è passato, ma non si muove. Il 55enne se n’è sbarazzato per non farsi rintracciare. Il magistrato comunque intuisce dove sia diretto così indica la strada che va verso sud;le indagini portano fino a Calcinato dove vive una sorella del ricercato e dove, all’alba delle 8 della domenica di Pasqua, la sua fuga finisce in manette. Per lui si aprono le porte del carcere. L’accusa è pesantissima: tentato omicidio plurimo aggravato dai futili motivi.

dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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