Una nuova sensazionale scoperta è stata portata alla luce in territorio di Cogno dall’archeologo camuno Ausilio Priuli. Una roccia graffita con una scena di caccia inedita persino in Valcamonica: un cane con la bocca spalancata che azzanna un cinghiale.

Il rinvenimento è stato fatto seguendo lo strato della Formazione di Wengen, che comincia poco a Nord di Cogno.

Una volta giunto ai piedi del torrente Trobiolo, percorsi una cinquantina di gradini della famosa Scala della Madonnina, il ricercatore si è imbattuto in quattro «nuove» superfici incise, tra cui spicca il momento di caccia che ritrae il suide predato. In Valle esistono pochissime scene di caccia al cinghiale: sulle composizioni monumentali di Cemmo, ad esempio, oppure nel Parco di Seradina Bedolina a Capo di Ponte, dove però non sono rappresentati i cacciatori.

«Si tratta di una scoperta straordinaria, di un naturalismo e di un verismo che lasciano senza fiato – racconta Ausilio Priuli -. Il cane ha la bocca spalancata e sembra ci sia anche l’indicazione dei canini, mentre il cinghiale cerca di scappare. Il dettaglio forse meno visibile che però ci ha permesso di capire di che specie si trattava è quello della coda arricciata». Accanto allo straordinario ritrovamento sono state scoperte altre grandi superfici stracolme di graffiti. «La cosa interessante è che questa zona è molto lontana da quella del Parco dei Graffiti dell’Annunciata – continua l’archeologo -. Sono convinto che in tutto il territorio che va dall’Annunciata fino a Cogno, dunque dall’inizio dello strato della Formazione di Wengen, vi siano decine e decine di rocce ancora da scoprire». Inoltratosi nella forra del Trobiolo, Priuli ha proseguito lungo un sentiero dove, in corrispondenza del punto in cui il torrente ha scavato l’alveo, poco più in alto vi è un’altra superficie ricoperta di graffiti.

«L’ipotesi è che questa fosse una zona sacra, un santuario o un centro spirituale, perché altrimenti non si spiegherebbe questa enorme profusione di graffiti – aggiunge Priuli -. Su alcune superfici ci sono tante sovrapposizioni, in fasi diverse anche tra loro distanti degli anni». I graffiti di Piancogno sono un complesso enorme e unico nel genere in Europa. Sono presenti segni della fase di passaggio dalla protostoria alla romanità, iscrizioni in caratteri etruschi, alfabetari latini, una profusione di dati legati ad un passaggio cruciale per la Valcamonica, dalla preistoria alla storia. «Non c’è un altro luogo dove vi è una documentazione del genere – conclude Priuli -. C’è la volontà di continuare le esplorazioni e riprendere il discorso della valorizzazione. Devo dire che dall’Amministrazione comunale ai volontari, dagli Alpini alla Proloco, si sono mostrati tutti molto sensibili. C’è un patrimonio immenso da scoprire».

dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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