Compiere cento anni è già un traguardo eccezionale. Festeggiare il secolo di vita dopo aver sconfitto il Covid lo è ancora di più. Farlo in compagnia di cinque generazioni della propria famiglia rende il tutto ancora più speciale. È stato un pomeriggio di festa, quello di martedì, per la casa di riposo Celeri di Breno e, soprattutto, per la signora Maria Prandini, originaria di Braone ma sposata e vissuta per tanti anni a Breno, nella frazione Pescarzo.

Anche per lei gli ultimi mesi sono stati duri, con la malattia, la convalescenza e la lontananza dai suoi affetti. Una storia comune a molti anziani che vivono nella Rsa brenese. Ma ieri è stata una sorta di ripartenza, come se i cento anni di Maria fossero serviti a tutti per lasciarsi alle spalle la sofferenza e ricominciare con speranza. La centenaria brenese lo ha fatto con una bella torta, con i palloncini con la cifra «100», con i fiori omaggiati dal Comune e con la sua famiglia: tre figli, quattro nipoti, otto bisnipoti e due tris-nipoti più uno in arrivo a breve. La vita di Maria non è sempre stata facile: rimasta vedova presto, ha tirato su i figli con il suo lavoro di analista in ospedale Breno.

Da una quarantina d’anni si gode la pensione e, sei anni fa, è entrata nella famiglia del Celeri. Fino a poco tempo fa si è dilettata nel cucito e memorabile è il video in cui mostra l’orlo del panno bianco cui stava lavorando. «È un compleanno straordinario – dice il presidente della casa di riposo Pietro Tosana -, soprattutto dopo il periodo che abbiamo vissuto, ma per noi Maria è un segno di ripartenza». «Gli auguri sono doppi – continua il vicesindaco Mario Pedersoli -: per il compleanno e per la guarigione, cento di questi giorni».

dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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