Quelle lame minacciose color arancione in mezzo al nero della notte, sul monte Martica in Valganna, hanno riportato alla mente di moltissime persone quanto successo due anni fa esatti in Campolaro, nei boschi tra Bienno e Breno. Allora andarono in fumo circa 230 ettari di bosco: ieri, nel Varesotto, in una sola mattinata sono stati distrutti almeno cento ettari.

 

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Il Pirellone non ha quasi fatto in tempo a emanare mercoledì il codice arancione (addirittura rosso per le zone Mella-Chiese e Garda) per gli incendi boschivi sui settori alpini, prealpini e appenninici, che la Lombardia è risprofondata nell’incubo del fuoco.

 

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Il primo avviso (moderata criticità) emanato dalla Regione risale infatti a mercoledì sera, quando già in Vallecamonica si era verificato un doppio allarme incendio: nel pomeriggio del 31 dicembre, in località Fletta di Malonno – uno dei paesi più colpiti negli ultimi anni da roghi dolosi – si è scatenato un fuoco che si è mangiato qualche ettaro di terreno, domato con un dispiegamento di forze che ha visto in campo Vigili del fuoco, uomini della Protezione civile e Comunità montana. E la stessa cosa è avvenuta nella zona del Castellino a Boario.

 

EMBED [Valcamonica, task force contro i roghi con uomini e telecamere]

Proprio il direttore del settore Bonifica della Comunità, Gian Battista Sangalli, ieri ha diramato il comunicato d’inizio del periodo ad alto rischio di incendio boschivo. Come «imputato», quest’anno, non c’è solo la siccità (non piove e non nevica da tanto e probabilmente sarà così ancora per un po’ di tempo), ma anche il forte vento che spira da qualche giorno su tutta la provincia, al punto che il 3 gennaio al lago della Vacca si è registrata una raffica di 167 chilometri orari.

Per far fronte alla previsione di criticità, la Comunità montana ha già predisposto un calendario di prevenzione e di avvistamento incendi che coinvolgerà i 38 gruppi Aib (antincendio boschivo) della Vallecamonica, le associazioni comunali e degli alpini Ana (si tratta di circa cinquecento volontari in stato di pre-allerta). In aggiunta, è stata vietata l’accensione di fuochi, anche di ripulitura, all’interno dei boschi o a distanza inferiore a cento metri. In campo.

 

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Dalla giornata di oggi, e sempre nei fine settimana, la sala operativa del Gicom della Comunità montana a Breno sarà aperta, per il monitoraggio della situazione, che sarà fatto anche con l’ausilio anche di sette telecamere che puntano sulle zone a maggior rischio d’incendio. Nel frattempo i vari gruppi svolgeranno un servizio di pattugliamento del territorio, con turnazioni e itinerari definiti ogni fine settimana sino a maggio (o sino a fine dello stato di criticità).

In aggiunta, ogni gruppo mette a disposizione alcuni volontari reperibili per la logistica sulla propria zona per intervenire in caso di rogo. Le montagne bresciane, con giornate di sole e vento e un sottobosco molto secco ricoperto da fogliame, sembrano aver creato le condizioni ideali per l’insorgere di incendi. Esattamente com’era avvenuto anche il 3 gennaio del 2017, quando venne appiccato l’incendio nei boschi di Campolaro, rimasto ancora oggi senza colpevoli accertati. Per questo serve molta prevenzione e uno stato di allerta e monitoraggio continuo, sia con l’utilizzo di telecamere sia con uomini direttamento sul campo.Allerta incendiLa Regione attiva il «codice rosso» sui settori alpini e prealpini

dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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