Nel primo quinquennio di attività l’Associazione Museo della Resistenza della Valsaviore ha curato e promosso la pubblicazione di  cinque libri: Il Museo della Resistenza di Valsaviore- Guida alla storia e alla documentazione  ( 2013);  Il racconto di Rosi  ( 2014 );  Il racconto di Enrichetta  ( 2015 );  Il racconto di Gino ( 2016 ) e Vi racconto Don Vittorio ( 2017 ), ultimo in ordine di tempo. Sono pubblicazioni che  attuano pienamente le finalità statutarie laddove recitano: mantenere viva la memoria …..mediante la raccolta e la salvaguardia delle fonti documentarie sul periodo storico della Resistenza, in particolare nei territori della Valsaviore, della Valle Camonica e della provincia di Brescia, nel ricordo dei protagonisti di quei giorni; promuovere la ricerca storica e le attività culturali, didattiche e divulgative per approfondire la conoscenza della società contemporanea; contribuire a sollecitare la partecipazione dei cittadini e delle giovani generazioni, perché possano diventare protagoniste del progresso civile e sociale di un Paese, ispirato ai principi ed ai valori della resistenza”. “ Vi racconto Don Vittorio”, frutto dell’impegno ricercatore di Giacomo Fanetti, componente del Comitato scientifico del Museo della Resistenza, rappresenta la concreta realizzazione della dimensione spaziale richiamata dalle finalità statutarie, in quanto la sua attività “ resistenziale” si dispiega dalla Valle Camonica alla Puglia, passando per Roma, per ritornare ai luoghi di partenza attraverso il territorio delle province di Bergamo e di Brescia, sconfinando anche nella vicina confederazione elvetica. Don Vittorio Bonomelli: personalità poliedrica e dall’attività pirotecnica; “ un giovane imprudente e presuntuoso- secondo il parere di mons. Giacinto Tredici, vescovo di Brescia in quel periodo-amante dell’avventura, non facile a seguire i buoni suggerimenti dei Superiori”. Giudizio severo,  ma sicuramente velato da paterna bonomia, se si considera la trepidazione con cui il vescovo interviene in aiuto di don Vittorio presso tanti sacerdoti ai quali il giovane imprudente si rivolge o dove si rifugia. Ma di tutto questo parla l’autore. Le ragioni che mi hanno stimolato a stendere le presenti considerazioni , oltre a quelle di natura istituzionale, sono soprattutto di carattere personale. Qualcuno potrebbe osservare  che “l’attività resistenziale” di don Vittorio Bonomelli in Valsaviore fu assai modesta e, pertanto, non è facile includerlo fra i “ protagonisti” a cui fanno riferimento le finalità statutarie sopra richiamate. Si può convenire con questa valutazione se si considerano “ attività resistenziale” esclusivamente la lotta armata contro il nazifascismo, i sabotaggi, le controffensive alle violenze repubblichine e tedesche, gli attacchi alle loro formazioni armate ed altre azioni del genere. Secondo questa interpretazione nessun sacerdote potrebbe essere incluso fra “ i ribelli”; ma nemmeno le tante donne che hanno costituito un supporto fondamentale per i “ ribelli”; non i tanti civili che, nei luoghi di lavoro, negli uffici, nelle centrali idroelettriche, nelle stazioni ferroviarie ed i militari stessi, hanno fornito informazioni preziose, documenti, materiale per la comunicazione. La Resistenza è stata, a mio avviso, qualcosa di  più articolato, di più complesso, di più discusso, di più contrapposto, oltre che drammaticamente doloroso. Ma, come affermava don Vittorio, “ quando tornerà il serenoi problemi da risolvere non furono meno importanti e difficili di quelli affrontati durante la Resistenza. Scrive, infatti, Lionello Levi Sandri nella  “ Relazione  del suo viaggio sull’Italia liberata”: Adesso stiamo combattendo un’altra guerra, la nostra: guerra contro gli invasori tedeschi, guerra contro i traditori fascisti, guerra soprattutto contro le scorie del nostro triste passato, che ancora, magari inconsciamente, custodiamo in noi. E a ciò pensano gli spiriti più accorti, per ciò opera la parte sana della popolazione… Sono gli innumerevoli, oscuri eroi della battaglia per la rinascita… L’Italia rinasce… cittadini liberi di un  libero paese  che deve costruire il suo avvenire non con le guerre, le oppressioni e le devastazioni, ma con il lavoro e le opere di pace”. Sicuramente don Vittorio Bonomelli è stato uno di questi  spiriti accorti che hanno operato intensamente per la rinascita della nostra Valle Camonica. …  (stralcio delle considerazioni al testo del Presidente Guerino Ramponi) locandina-don-vittorio

dal giornale online: Museo Resistenza Valsaviore
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