Il 2023 è stato un altro pessimo anno per il ghiacciaio dell’Adamello

Il 2023 è stato un altro anno pessimo per l’Adamello: si è perso quasi il doppio dello spessore di ghiaccio rispetto alla media storica.

La stima, ancora provvisoria ma ritenuta precisa, è del Servizio Glaciologico Lombardo (SGL), l’ente che monitora sul campo ogni anno almeno 47 dei 203 ghiacciai nella nostra regione. Il calcolo si basa su una grandezza chiamata Snow Water Equivalent (SWE), che misura l’acqua derivata dalla fusione di una certa quantità di neve o ghiaccio. Con la fusione stagionale del 2023 la perdita è stata di circa 2,6 metri, a fronte di una media storica di 1-1,5 metri. «È il secondo valore peggiore della serie storica dopo il 2022, segnato dalla siccità grave e da un’estate molto calda, simile al 2003» commenta Amerigo Lendvai, ingegnere ambientale del SGL.

EMBED [Scenari]

Questo dato non è di per sé una sorpresa, perché conferma uno scenario ormai consolidato secondo cui, nella migliore delle ipotesi, la scomparsa del ghiacciaio dell’Adamello avverrà entro il 2100 e nella peggiore già tra il 2060 e il 2080. La previsione si basa su modelli che permettono sostanzialmente di capire come evolverà la situazione in base agli interventi che saranno attuati per mitigare il cambiamento climatico, o nel caso in cui non saranno attuati affatto.

D’altronde, il futuro dell’Adamello si vede anche nel trend della superficie del ghiacciaio: nel 2022 era 13,8 chilometri quadrati, due anni prima 14,31 km² e nel 2012 15,85 km². Due chilometri quadrati, il 13% circa della superficie, scomparsi nel giro di dieci anni.

EMBED [superficie]

Se però sappiamo che il ghiacciaio sparirà entro la fine del secolo, la velocità con cui succederà è difficile da definire (anche se «dal Duemila è aumentata di cinque-sei volte rispetto all’inizio del Novecento» spiega Lendvai). Dipende da una serie di elementi, che cambiano di anno in anno. Uno di questi è la neve accumulata ogni anno dall’autunno all’inizio dell’estate: meno ce n’è, più a lungo il ghiacciaio sarà esposto al sole e all’aumento delle temperature e più velocemente si fonderà. Secondo il Servizio glaciologico lombardo, dal 2014 la neve non ha più rivestito in modo sufficiente il ghiacciaio dell’Adamello e nel 2022 è addirittura sparita del tutto già a metà luglio.

EMBED [neve 2020 vs 2022]

Il 2024 però è iniziato con un minimo di sollievo in più: «Da fine ottobre ha nevicato più degli ultimi due anni e attualmente sul Pian di Neve il manto nevoso ha superato i valori del 2022 e del 2021 alla stessa data, assestandosi invece solo a circa due terzi rispetto alla neve nello stesso periodo del 2020» spiega Lendvai. Questi dati sono stati determinati anche grazie alle stazioni meteorologiche e webcam gestite dalle associazioni Meteopassione e SGL alla Punta del Venerocolo (3320m) e al Rifugio Prudenzini (2230m).

Significa quindi che quest’anno la fusione del ghiacciaio rallenterà? «È presto per dirlo – dice l’ingegnere –. Bisognerà vedere come sarà la situazione a fine maggio, quando faremo il prossimo rilievo nivologico. Di certo, negli ultimi mesi ci sono state buone precipitazioni, che hanno contribuito all’accumulo attuale di neve molto pulita e con elevata densità, dunque più resistente alla radiazione solare. Non servirà a nulla però se, come nelle ultime due estati, lo zero termico estivo si manterrà per molti giorni consecutivi al di sopra della quota massima del ghiacciaio e addirittura della vetta dell’Adamello».

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dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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