Omicidio Ziliani, Temù il giorno dopo: «Il triplice ergastolo era il minino»

Temù, nel giorno dell’Immacolata, è avvolto da un freddo e grigio abbraccio. Al mattino, ma anche nel pomeriggio, sono scesi minuscoli pallini di neve, una spolveratina bianca appena percettibile su un paesaggio già candido. Colori che ben si attagliano agli umori dei residenti.

La notizia

EMBED [Leggi anche]Tutti in paese sanno della sentenza, tanto attesa, quasi scontata. Anche ai più indifferenti e distratti è arrivata la notizia della tripla condanna all’ergastolo di Paola e Silvia Zani e di Mirto Milani. In giro ci sono perlopiù turisti; i residenti, con in circolazione tutta questa gente da fuori, preferiscono stare rintanati in casa. Ma qualche commento, fuori dalla bottega del paese, tra chi sorseggia un caffè o si affretta verso la chiesa, «perché le campane sono già suonate», si riesce a strappare sulla condanna per l’omicidio di Laura Ziliani, la vigilessa del paese stordita e strangolata dalle figlie l’otto maggio 2021.

Unanimità

Gli abitanti di Temù – che fin dal primo giorno sapevano che «quelle due ragazze così strane c’entravano con la sparizione della mamma», fino a ieri hanno parlato poco, ma in cuor loro temevano il peggio – oggi sono unanimi: giustizia è stata fatta. Non c’è una sola persona che non sia convinta che l’ergastolo sia la pena meritata dalle figlie e dal fidanzato della maggiore.

EMBED [Sulla porta della casa di Temù ci sono ancora i sigilli]

Anzi, per qualcuno è fin troppo poco: «Se ci fosse una condanna peggiore, se la meriterebbero tutta», commenta un anziano sull’uscio di casa, non troppo distante da via Ballardini, dalla casa dove si è consumato il delitto. Le finestre sono tutte sbarrate, mai più riaperte da quel giorno, e i sigilli sono ancora sulle porte. Mesi fa erano venuti via, ma qualcuno ha provveduto a rimetterli al loro posto. A parte gli inquirenti, in quell’appartamento messo a soqquadro dagli investigatori, non è più entrato nessuno. «Chissà che fine farà», commenta una passante, rammentando che le due sorelle, dichiarate indegne, non potranno ereditare tutti i beni della mamma ai quali miravano, alla base delle loro azioni criminali.

La preoccupazione

Il pensiero di qualcuno, più legato alla famiglia Zani, è per Lucia, la terza figlia di Laura, che soffre di un lieve ritardo cognitivo. Ogni tanto telefona ancora agli amici di Temù, dice che vorrebbe tornare a salutare; un desiderio che, oggi, appare quasi irrealizzabile. «È giusto così – confessa una signora appena prima di svoltare verso la chiesa -: cosa si doveva dare meno dell’ergastolo? Pregheremo tutti per Laura oggi».

Nel luogo sul fiume Oglio, lungo la ciclabile, dov’è stato rinvenuto il corpo dell’ex vigilessa è tutto avvolto dalla neve, anche i fiori portati la scorsa estate. Uno strato che copre, ma non cancella rabbia e dolore, a quanto pare.

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dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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