Il cantiere al lago Bianco, al Passo Gavia, preoccupa. E dopo la diffida depositata lunedì scorso da quattro associazioni ne spunta un’altra, in realtà inviata già venerdì scorso.

A prendere posizione contro il progetto di riqualificazione dell’impianto di innevamento artificiale di Santa Caterina di Valfurva (Sondrio) sono altre otto associazioni che fanno parte dell’Osservatorio sul Parco nazionale dello Stelvio: Cai, Federazione nazionale Pro Natura, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Mountain Wilderness, Touring Club Italiano e Wwf. L’Osservatorio è nato per vigilare sulla tutela dell’ambiente all’interno del Parco dopo l’intesa del 2015 che ne ha suddiviso la competenza tra Regione Lombardia e le province autonome Trento e Bolzano. E adesso sono anche queste associazioni a contestare il progetto approvato nel 2019, che prevede di prelevare acqua dal lago Bianco, a 2.607 metri di altitudine, per destinarla all’impianto di neve artificiale della pista da sci di fondo di Valfurva. Nel progetto è prevista una seconda tubazione per ripompare nel lago la quantità di acqua prelevata attingendo dal torrente Gavia, cento metri più sotto.

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Gli scavi per inserire le tubazioni sono cominciati a luglio e secondo il comitato Salviamo il Lago Bianco, di cui fanno parte molti bresciani, stanno provocando «danni irreparabili all’ambiente».

L’atto

EMBED [Il cantiere al Lago Bianco]

Contestazione sostenuta anche nella diffida inviata il 29 settembre a Parco Nazionale dello Stelvio, ministero dell’Ambiente, Regione Lombardia, comuni di Valfurva e di Bormio, Provincia di Sondrio, Procura Regionale della Corte dei Conti, carabinieri forestali di Bormio e di Valfurva, Commissione Europea. La richiesta a tutti i destinatari è di «provvedere con urgenza all’immediata interruzione dei lavori e al ripristino dei luoghi laddove compromessi».

EMBED [Leggi anche]Nell’atto si sottolinea innanzitutto il fatto che i lavori in corso al lago Bianco si svolgono all’interno di aree soggette a particolari regolamenti e restrizioni perché conservano habitat tutelati a livello europeo. Si tratta del Parco Nazionale dello Stelvio, della zona protezione speciale Parco nazionale dello Stelvio (ZPS IT2040044) e della riserva naturale statale Tresero-Dosso del Vallon, che fu istituita proprio su proposta di Regione Lombardia come misura di compensazione a un’infrazione europea con cui nel 2007 l’Italia era stata condannata per aver realizzato in quell’area infrastrutture per l’ampliamento della zona sciistica di Santa Caterina in occasione dei mondiali di sci del 2005. L’obiettivo della riserva era il «recupero, la salvaguardia e la valorizzazione di habitat utili a un adeguato incremento delle specie animali», diminuite per via di quel cantiere. Ma a distanza di anni «gli interventi (attuali, ndr) si configurano come una grave compromissione» di quest’area.

Il secondo punto contestato riguarda lo studio di incidenza del cantiere al lago Bianco: per gli scriventi, «oltre a essere obsoleto (2016)», non contiene analisi sul possibile impatto sull’habitat: «Non c’è difatti alcun cenno né agli habitat interferiti, né agli habitat di specie né alle specie presenti nell’area di intervento». Nonostante le integrazioni nel 2018, lo studio risulterebbe carente alle linee guida europee e nazionali. Infine, le associazioni raccontano la difficoltà incontrata nell’accesso agli atti (il sito SIVIC di Regione Lombardia, dove si possono consultare le valutazioni di incidenza ambientale, è fuori uso da giorni). Pertanto, alla luce del «gravissimo rischio di danno erariale relativo alle compromissioni ambientali suscettibili di verificarsi» i firmatari fanno sapere che se il cantiere non sarà fermato procederanno per via giudiziaria.

EMBED [Passo Gavia segna il confine tra Valcamonica e Valtellina]

Ieri al lago Bianco c’è stato un sopralluogo dei carabinieri forestali di Valfurva. È atteso anche quello dei tecnici dell’Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente. Gli scavi, intanto, proseguono. 

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dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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