Dramma a Gianico: il gesto estremo nell’età chiamata ad aprire alla vita

Ha ritenuto di avere davanti a sé un ostacolo insormontabile. Una delusione amorosa che ha vissuto come troppo grande per poterla superare. Un peso che lo aveva tormentato negli ultimi tempi. E ha deciso di togliersi la vita. Nell’età in cui invece la vita può aprire un mondo.

Il dramma per un 22enne della Vallecamonica si è consumato nella notte tra venerdì e sabato a Gianico. Solo lui sa che cosa realmente portava dentro di sé, che cosa provava e quali tarli gli hanno scavato l’animo. Ha trascorso la serata con gli amici alla festa in paese per la Madonnina di Gianico, al centro sportivo, tra musica e divertimento. Poi improvvisamente ha salutato tutti ed è andato via. Il giovane, maledettamente troppo giovane, ha annunciato le sue intenzioni ai parenti con un messaggio su Whatsapp, poi un sms alla ex fidanzata che aveva visto alla festa e infine sempre via cellulare ha indicato anche la posizione in cui si trovava. Una zona boschiva, un terreno privato lontano dal centro abitato, dove erano presenti attrezzi da lavoro.

Operaio boscaiolo di professione, volontario per passione alla Pro loco di Artogne, il 22enne conosceva quella zona in cui era stato per effettuare delle consegne per lavoro. Quando i familiari sono arrivati era però già troppo tardi. Il ragazzo aveva infatti già scelto di stringere una corda su un braccio meccanico di un escavatore. Gettando nel dolore e nello sconforto familiari e amici che sapevano delle difficoltà emotive degli ultimi tempi, ma che mai si sarebbero aspettati un gesto così tremendo. E senza ritorno.

Chi fino a poche ore prima era con lui ha abbandonato la festa e ha voluto correre dall’amico sperando in un epilogo diverso. Ormai impossibile da cambiare. Poi solo silenzio, la musica della festa è stata spenta per rispetto e per un dolore troppo grande. La notizia ha fatto il giro del paese in pochissimo tempo. «Ci stringiamo attorno alla famiglia del nostro re dello spartidur (nei giochi da boscaiolo, ndr), sempre presente alle nostre feste a tema montano» è il ricordo della Pro Loco di Artogne. E ora è il momento di domande che non avranno mai risposta, di interrogativi sul mondo giovanile così fragile e impreparato a gestire frustrazioni e situazioni negative.

«È un dramma» riconosce il sindaco di Gianico, Mirco Pendoli, padre di tre figli e molto provato. «Forse – aggiunge – è davvero arrivato il momento di riflettere su quello che sentono i nostri ragazzi. Di ascoltarli e aiutarli a crescere».

dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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