Una quantità di pioggia enorme, che ha gonfiato tutti i corsi d’acqua della Vallecamonica, colpendo, con bombe d’acqua pesantissime, alcuni versanti in quota e innescando movimenti franosi. Di conseguenza si è ingrossato minaccioso anche il fiume Oglio.
In diverse aree ha portato devastazione, preoccupazione tra gli amministratori e terrore tra i cittadini. I fronti che fanno più paura sono quelli della Val Rabbia di Sonico e l’asta del torrente Poja-Adamè in Valle di Saviore. Ma apprensione destano anche la Val Finale, tra Edolo e Incudine, e il Vallaro a Stadolina di Vione; sotto stretto monitoraggio gli altri fronti «caldi» del dissesto camuno, come le Valli di Sant’Antonio a Corteno Golgi, il Blè tra Cerveno e Ono San Pietro, il Palobbia a Ceto, i versanti di Malonno e Paspardo, che finora si sono ingrossati ma non hanno dato grossi problemi.
Le ordinanze
A Sonico domenica e a Valle di Saviore ieri i sindaci sono stati costretti a emettere delle ordinanze di evacuazione della popolazione. Nel primo caso la sessantina di persone è rientrata a casa nella serata di domenica, a Valle il divieto vige ancora per le zone considerate a rischio esondazione del Poja-Adamè, ovvero la località Rasega-Campel-Plamore-Mulino e lungo le sponde della frazione.
I danni
Sulla Val Rabbia resta altissimo il livello di allarme, con la protezione civile e i vigili del fuoco che continuano a monitorare l’asta del torrente. Il sindaco Gian Battista Pasquini, dopo una prima stima dei danni, che parla di oltre un milione e 200 mila euro di necessità, ha inoltrato alla Regione la richiesta di pronto intervento e si dice certo che i fondi siano in arrivo.
Serviranno per svasare dalle centinaia di metri cubi di materiale soprattutto la confluenza del torrente con l’Oglio, riempita con massi anche di enormi dimensioni, e per riposizionare il sistema di monitoraggio e allerta lungo la Valle Gallinera, strappato dalla piena di sabato notte (per questo, in caso di nuove esondazioni, il sistema di allertamento della popolazione dovrà essere attivato manualmente).
Gli abitanti di Rino di Sonico nel frattempo hanno potuto rientrare nelle loro case.
EMBED [La Val Rabbia dall’alto]
Il nuovo allarme
Nella mattinata di ieri la spia rossa si è accesa a Valle di Saviore dove il Poja, che in anni passati aveva portato devastazione e morte, si è ingrossato a dismisura, esondando in alcuni tratti ed erodendo gli argini.
Il primo cittadino Serena Morgani, temendo un’escalation in previsione delle nuove piogge, ha imposto l’evacuazione temporanea delle abitazioni (si tratta principalmente di seconde case e baite) delle località Rasega-Campel-Plamore-Mulino della frazione Valle, vietando a chiunque di avvicinarsi alle sponde del torrente. Non solo, ha anche disposto che, per tutelare l’incolumità pubblica, fossero chiuse due strade comunali, quella che da Valle conduce alla località Rasega-Campel e quella che costeggia il torrente Poja-Adamè dalla frazione Isola fino alla località Rasega-Campel. A Cedegolo, in mattinata, è suonata la sirena, a indicare che la diga è tracimata.
Ciclabile chiusa
Un po’ più a nord è esondata anche la Val Finale, tra Edolo e Incudine, costringendo gli amministratori a chiudere la ciclabile, come già accaduto a Sellero domenica, per la caduta di alberi sulla pista. Gravi i problemi anche in Valle di Paisco, dove da domenica sera sino a ieri è rimasto chiuso il Passo del Vivione, sempre per lo schianto di piante sulla carreggiata, mentre si sta facendo la conta dei danni causati dalla grandinata di domenica, che ha devastato case, auto e il tetto della chiesa parrocchiale/canonica.
Tutti problemi che sono andati a pesare, giocoforza, sul fiume Oglio che già dalla notte scorsa si è fatto limaccioso e con portate sopra i livelli di guardia. Il principale corso d’acqua della Vallecamonica è fuoriuscito in diversi punti in alta Valle, tra Temù, Vione e Vezza, ha visto quasi crearsi un’onda di piena su Sonico ed è continuato a correre impetuoso e minaccioso per tutta l’asta camuna.
Intanto il Governo ha deciso di prorogare di ulteriori 12 mesi lo stato di emergenza a seguito degli eventi meteorologici dell’estate scorsa in una serie di territori tra cui qualli di Braone, Ceto e Niardo.
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dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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