
Prevedibilità. È questo il perimetro entro il quale si muove l’indagine sulla morte di Chiara Rossetti, la 16enne travolta ed uccisa da un abete che si è abbattuto sulla sua tenda attorno alle 4.30 di lunedì, nell’accampamento scout in località Palù a Corteno Golgi. Il sostituto procuratore Teodoro Catananti, titolare del fascicolo aperto per omicidio colposo, al momento ancora a carico di ignoti, vuole capire se il violentissimo temporale che si è scatenato sull’alta Valle Camonica l’altra notte e che ha trasformato la vacanza del gruppo Agesci Como 3 in un incubo dal quale è impossibile svegliarsi, fosse un evento del tutto eccezionale o se diversamente, e pare essere questo il sospetto più accreditato, fosse annunciato o preventivabile.
Per stabilirlo il pubblico ministero ha disposto l’acquisizione dei bollettini meteo e delle relative allerte, ma anche i report delle precipitazioni di quelle ore. Vuole definire i contorni della tempesta, comprendere la sua eccezionalità, ma anche e soprattutto appunto la sua prevedibilità.
L’indagine
Al netto delle allerte ufficiali e dei dati raccolti dalle stazioni meteo, gli inquirenti stanno valutando se i pesanti eventi atmosferici dei giorni precedenti e il drammatico bilancio di danni a cose e persone che hanno flagellato gran parte del Nord Italia nel fine settimana scorso dovessero o meno suggerire prudenza ai responsabili del campo, inducendoli a scegliere per la notte tra domenica e lunedì soluzioni diverse rispetto alle tende montante sulle palafitte installate nel bosco finito nell’occhio del ciclone, oppure a prendere precauzioni in grado di temperare il rischio maltempo. Con tutta probabilità il sostituto procuratore Teodoro Catananti chiamerà a testimoniare chi l’altra notte era a Corteno Golgi, negli istanti in cui sull’accampamento scout si è scatenato l’inferno. Testimonianze utili per ricostruire i fatti, ma anche le eventuali responsabilità. Scartata a priori l’ipotesi di un’autopsia, del tutto inutile per stabilire le cause del decesso della giovane, al momento gli inquirenti non prevedono ulteriori accertamenti tecnici.
Riflessioni
A Como, dove Chiara Rossetti abitava con mamma, papà, un fratello e una sorella e studiava al Cfp Monte Olimpino con l’obiettivo un giorno di diventare cuoca, ieri è stato il giorno del dolore, ma anche quello della riflessione. Nel pomeriggio si sono riuniti i vertici dei gruppi scout della provincia lariana. Bocche cucite per tutti e consegna del silenzio anche sull’ordine del giorno. Probabile sia stata decisa la linea da tenere, ma anche si sia discusso di sicurezza. In serata gli amici di Chiara si sono ritrovati nella parrocchia di Prestino di Como per un momento di preghiera. Volti rigati dalle lacrime, occhi persi in domande senza risposta.
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dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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