
Ai piedi dell’Adamello. Protetti da Cima Rovaia. Nel verde di Vezza d’Oglio. Così gli alpini hanno concluso la 59esima edizione del Pellegrinaggio. Dapprima sfilando con orgoglio per le vie del paese e quindi radunandosi nel campo sportivo, per gli onori e la messa celebrata dal cardinale Giovanni Battista Re.
La sfilata
Si è chiusa stamattina l’ennesima edizione dell’appuntamento alpino nazionale che porta le penne nere a percorrere i sentieri della guerra, per ricordare chi ha combattuto per la libertà. La sfilata, da via Dante, ha visto in testa i gonfaloni del Comune e dell’Unione, quindi il labaro nazionale con le 216 medaglie d’oro, la sezione Ana con il presidente Sebastiano Favero e quella di Valcamonica con Ciro Ballardini, i sindaci, centinaia di penne nere e i veri protagonisti, i duecento pellegrini che hanno camminato tra le vette per portarsi, sabato mattina, a Cima Rovaia. Ad attendere il lungo serpentone, al campo di Vezza, centinaia di residenti e turisti, che per tutto il tragitto hanno applaudito e inneggiato alle penne nere.
L’appello
A celebrare la messa c’era ieri il cardinale Re che ha avuto parole di stima per gli alpini: «Ancora oggi nel mondo c’è simpatia per voi, perché sotto quel cappello ci sono dei valori che non tramontano. C’è un cuore e ci sono braccia sempre pronte a venire in aiuto. Gli alpini sono una forza di soccorso nelle emergenze e restano un punto di riferimento», il porporato ha poi lanciato un appello ai governi per investire in istruzione e sanità, non nelle armi.
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dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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