
La donna, come già annunciato nei giorni scorsi, non ha voluto rispondere alle domande della corte. Come parente di primo grado ha infatti il diritto di avvalersi della facoltà di non rispondere. «Confermo che non voglio parlare» ha detto la donna visibilmente provata prima di abbandonare l’aula.
Il presidente della Corte Roberto Spanò ha poi letto la lettera ricevuta nei giorni scorsi dalla madre di Mirto: «L’orrore commesso da mio figlio è completamente devastato la mia vita e quella della mia famiglia. La sofferenza causata da Mirto è arrivata in un momento delicato della mia vita perché stavo combattendo un tumore ed una grave depressione. Quando a marzo in psichiatria Mirto ci ha confessato quello che ha fatto ci è crollato il mondo addosso. E da mamma da quel giorno ho deciso di non andare più a trovarlo. Il pensiero che l’11 luglio mi troverò a pochi metri da lui non mi fa dormire la notte. Prego per la sua anima e per quelle delle ragazze, sperando che quanto di buono c’è ancora in loro possa venire fuori, ma non ho ancora la forza di perdonarli».
Anche il padre di Mirto si è avvalso della facoltà di non rispondere e uscendo ha dato un buffetto al figlio.
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dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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