Il ponte tibetano in Val Grande si farà. Il referendum consultivo per decidere se procedere o meno con la realizzazione dell’opera non ha infatti raggiunto il quorum necessario per rendere valida la votazione. Una vittoria, dunque, per il sindaco Diego Occhi, che adesso dovrà però fare le giuste valutazioni perché il numero dei votanti si è comunque avvicinata la soglia del cinquanta per cento dei voti: il segnale politico uscito dalle urne si è comunque fatto sentire.

«Mi aspettavo numeri più bassi – ha commentato a caldo il primo cittadino di Vezza d’Oglio -. Non so quali saranno i tempi, ma adesso faremo le nostre valutazioni e poi il progetto proseguirà».

Battaglia dura

È stata sicuramente una campagna di avvicinamento al voto lunga ed impegnativa. Tutto ha inizio nel maggio del 2021, quando la voce circa la realizzazione del ponte tibetano finisce nel bilancio dell’Unione dei Comuni Alta Valle. Del progetto però si parlava già nel corso della campagna elettorale del 2019. «Appunto per questo il referendum non aveva senso – precisa ancora Occhi -, noi abbiamo sempre parlato del ponte ed era nel programma elettorale: ci si lamenta sempre di chi non mantiene le promesse, ma noi siamo stati onesti».

EMBED [Cittadini al voto per il referendum sul ponte tibetano]Ieri sono stati 530 gli abitanti di Vezza d’Oglio che si sono recati alle urne: troppo pochi sia se si considerano i 1.577 aventi diritto al voto totali, sia calcolando i 1.205 votanti residenti (da questi sono esclusi 372 residenti all’estero).

Un numero che però non lascia tranquillo il sindaco, che infatti non si sbilancia: «Domani verrà redatto il verbale e con i numeri esatti potremo dare un giudizio più preciso. È stata una campagna molto pesante e decisamente dura. Io ho sempre cercato di mantenere dei toni civili, altri non l’hanno fatto, provocando anche sul piano personale».

Il progetto

 La «Passerella delle Aquile» – questo il nome scelto per il ponte – dovrebbe diventare allora presto realtà. Con una campata lunga 465 metri (una delle più grandi d’Europa), disterà dal suolo 73 metri e sarà posizionato ad un’altitudine di 1.360 metri. Pensato per essere un percorso di trekking adatto a tutti, sarà facilmente raggiungibile dall’abitato prendendo la ciclovia Karolingia. Diventano così due i ponti tibetani che vedranno la luce nei prossimi anni in Val Camonica. La realizzazione di una struttura di questo tipo tra Ceto e Cimbergo, infatti, è già a buon punto: dopo un primo assenso di massima da parte della Regione si attende solo di ricevere dall’ingegnere incaricato le tavole del progetto definitivo. 

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dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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