Gli studi classici, in particolare l’archeologia e il periodo degli Etruschi, sono la sua passione fin da quando era giovanissima. Passione che ha approfondito tanto sui banchi del liceo classico quanto all’università. E ora è riuscita a trasformare la sua passione per la ricerca e lo studio in un lavoro. Giulietta Guerini, 26 anni di Esine, oggi è dottoranda della Scuola Normale superiore di Pisa in Scienze dell’antichità e Archeologia, ma sta già preparando le valigie per volare oltreoceano, a Boston, dove da ottobre di quest’anno a giugno del 2024 lavorerà con le curatrici del Museum of Fine Arts, in vista dei loro nuovi studi sulla collezione del museo.
La giovane di Esine è risultata vincitrice della «Stavros Niarchos Fellowship» in arte classica del dipartimento «The Art of Ancient Greece and Rome» del museo di Boston.
La notizia le è arrivata pochi giorni fa, riempiendola di orgoglio, mentre stava portando avanti il suo progetto di dottorato alla Normale di Pisa sulla necropoli della città di Spina, nel Ferrarese. «La mia tesi è sullo studio di un nucleo di tombe dalla necropoli di Spina e i materiali dei corredi – racconta la ricercatrice -, dove ci sono molti vasi con raffigurazioni a figure rosse importati dalla Grecia, in particolare da Atene. Per questo lavoro sono spesso a Ferrara, nel museo archeologico nazionale».
Nonostante le sue ricerche la portino a essere spesso lontana dalla Valcamonica, ci ritorna ogni volta che può, almeno una volta ogni mese o due, per trascorrere un periodo di vacanza. Giulietta si è laureata in Archeologia classica all’Università di Pisa con una tesi magistrale sugli specchi etruschi al British Museum. Negli anni universitari ha studiato anche alla Normale di Pisa, ottenendo il diploma di normalista a dicembre 2022. Ha anche partecipato ad alcune pubblicazioni, tra cui la monografia «Pisa etrusca in età classica. I materiali dello scavo di via Sant’Apollonia». I suoi studi si sono svolti sia in Italia, nel laboratorio Saet della Normale, sia all’estero, con un tirocinio al British Museum nel 2019, partecipando anche a scavi a Locri, Volterra, Gavorrano e Agrigento.
dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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