Invalido dopo lo sparo, è l’ora del processo per i fatti di Corteno Golgi

Dopo quattro anni ci sarà un processo. E per chi, come la vittima, aveva quasi perso le speranze, è già una notizia importante. Era l’11 novembre 2018 quando Giacomo Gazzoli, all’epoca 71enne, venne raggiunto da un proiettile alla schiena mentre era al volante della sua auto a Corteno Golgi, in Vallecamonica. Da allora è bloccato su una sedia a rotelle. Per colpa di quello che gli inquirenti hanno ritenuto essere stato un gioco.

Qualcuno stava sparando a dei cartelli stradali in località Dossello, una frazione del paese camuno, ed un proiettile vagante ha raggiunto in via Schivardi la vettura di Gazzoli, trapassando la portiera e il sedile e infilandosi nella schiena dell’uomo. Che ha riportato una lesione al midollo dorsale. Quel qualcuno per la Procura di Brescia ha un nome ed un cognome. È un 30enne di Corteno Golgi che il prossimo 20 dicembre – come disposto dal gip lo scorso 9 novembre – entrerà in aula per l’udienza preliminare. È accusato di lesioni gravi e porto in luogo pubblico di un’arma da fuoco. Una carabina di precisione, modello Tikka calibro 300 classificata come arma comune da sparo.

Sotto inchiesta inizialmente oltre al 30enne era finito anche il fratello di sei anni più grande, la cui posizione è stata però archiviata dal pubblico ministero Claudia Moregola che il 9 aprile scorso ha chiesto invece il rinvio a giudizio di quello che ritiene il responsabile del ferimento di Giacomo Gazzoli.

Agli atti di un’inchiesta corposa – sono tre faldoni di materiale raccolto dia carabinieri – ci sarebbero anche intercettazioni telefoniche e ambientali che lascerebbero pochi dubbi sulle responsabilità dell’indagato. Secondo una perizia tecnica, chi ha sparato lo ha fatto da una distanza di 400 metri, utilizzando un’arma e delle cartucce compatibili con le 30 sequestrate a casa dell’indagato. I consulenti nominati dalla Procura, Lorenzo Lucieri, Stefano Brugnoli e Daniele D’Ergole della Polizia di Stato, hanno stabilito che «il confronto tra frammenti di colore rosso individuati sulla portiera dell’auto di Gazzoli e il materiale presente sulle punte delle cartucce in sequestro ha fornito come risultato una piena compatibilità tra le rispettive resine acetaliche, i cui profili spettrali sono risultati del tutto sovrapponibili».

Gli esperti hanno anche effettuato una ricostruzione in 3D attraverso la quale è stato stabilito che «l’auto è stata colpita (…) da una cartuccia esplosa da un promontorio ad una distanza di circa 400 metri percorrendo un’area a buona visibilità e libera da ostacoli e la traiettoria del proiettile è compatibile con una posizione di tiro sia in piedi che sdraiata».

dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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