Dopo lo stato di emergenza concesso ai territori di Niardo, Braone e Ceto dal Consiglio dei ministri a inizio settembre, nelle ultime ore è arrivato anche il riconoscimento da parte del ministero delle Politiche agricole dell’eccezionalità delle piogge alluvionali dell’estate scorsa. Il dissesto di fine luglio ha causato, a diverse attività del settore primario, danni per circa 1,4 milioni, sia ai terreni sia alle strutture.
I danni
Le superfici agricole più vicine all’alveo dei torrenti Re e Cobello sono state ricoperte da una coltre di fango e altro materiale per un’altezza di oltre 50 centimetri, rimasta depositata a terra.
EMBED [Leggi anche]Oltre a questo in numerosi appezzamenti sono presenti massi di piccole e grandi dimensioni, che impediscono qualsiasi attività. I terreni erano utilizzati principalmente come prato, pascolo o coltivati con mais, ortive e colture arboree, anche con impianti irrigui a goccia. Per far tornare utilizzabili e produttivi tali fondi occorre ora asportare e bonificare tutto il materiale depositato, rimettendo poi a coltura il terreno e ripristinando le piantumazioni, impianti d’irrigazione compresi.E serviranno più anni per il ritorno alla piena produttività.
Stalle e abitazioni
I danni al patrimonio zootecnico hanno riguardato sia le perdite di foraggio e di scorte di derrate e mangimi, sia le strutture agricole. In alcune aziende si sono registrati problemi perché il materiale franoso ha impattato e si è insinuato nelle stalle e nelle abitazioni, compromettendo le murature, i serramenti, le sale e le apparecchiature di mungitura, i nastri trasportatori, le celle frigorifere, l’impiantistica elettrica e termoidraulica. «Il riconoscimento dell’eccezionalità delle precipitazioni atmosferiche di luglio è un primo importante passaggio – dichiara l’assessore all’Agricoltura Fabio Rolfi -, ora lavoreremo affinché i ristori nazionali siano rapidi e consistenti.
La Regione si è mossa velocemente per raccogliere le schede dei danni e avviare le procedure di riconoscimento dello stato di calamità. Sono stato personalmente a visitare alcuni allevamenti colpiti. Gli allevatori camuni si sono rimessi in moto con uno spirito straordinario e con una grande forza e dignità».
dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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