
A quasi un anno dal loro arresto, datato 24 settembre 2021, e a poco più di un mese dall’inizio del processo, che prenderà il via il 27 ottobre davanti alla Corte d’Assise, i tre accusati dell’omicidio di Laura Ziliani hanno chiesto e ottenuto il via libera per una consulenza psichiatrica.
Il presidente della prima sezione penale Roberto Spanò ha dato parere favorevole all’ingresso in carcere di uno psichiatra che la difesa ha indicato come consulente di parte e che dovrà studiare la personalità, il carattere e la capacità di Mirto Milani e delle sorelle Paola e Silvia Zani di intendere e volere al momento dell’omicidio dell’ex vigilessa di Temù e madre delle due ragazze.
EMBED [Le confessioni]I tre accusati, rinviati a giudizio in estate, avevano confessato solo a maggio – dopo mesi di silenzio – di aver avvelenato e soffocato la vittima e poi di averne occultato il cadavere sotto terra vicino al fiume Oglio nel paese dell’Alta Vallecamonica. Un omicidio che secondo il pubblico ministero Caty Bressanelli è stato premeditato e organizzato in ogni aspetto. Il primo a crollare, incastrato dalle confessioni al compagno di cella finite poi nel fascicolo di inchiesta, era stato Mirto Milani che dopo aver raccontato la sua verità in un lungo e drammatico interrogatorio al magistrato titolare dell’indagine, era stato ricoverato in ospedale in seguito ad un gesto autolesionistico.
Episodio avvenuto dietro le sbarre e che non sarebbe stato l’unico di questi ultimi mesi. Dopo Mirto anche le sorelle Paola e Silvia Zani – la figlia maggiore e la minore di Laura Ziliani – avevano ammesso l’omicidio che secondo la ricostruzione accusatoria sarebbe stato commesso per mettere le mani sull’ingente patrimonio immobiliare della vittima, tra case e terreni.
dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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