Binari sepolti dai detriti e danneggiati: la Brescia-Edolo lancia un nuovo sos

Se ne parla meno rispetto ad altro. Perché, nell’emergenza estrema, le priorità sono state regimare i torrenti Re e Cobello, affinché non continuassero a invadere il paese con l’acqua, e sgomberare via Nazionale, per permettere ai mezzi di transitare.

Ora le forze sono concentrate su case e negozi, per liberarli da fango e detriti. Se ne parla poco, anche perché la ferrovia, che corre parallela a via Nazionale, è seppellita da metri di sassi e detriti. I tempi per liberarla saranno lunghi. E ancora di più lo saranno quelli per rimetterla in funzione. La Brescia-Edolo, già chiusa per oltre sei mesi, da dicembre 2021 a giugno 2022, per la caduta di due massi a Cedegolo, è destinata a restare ferma per parecchio tempo.

Il da farsi

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Nessuno fa previsioni, ma già nelle prime ore dopo l’alluvione, i primi sopralluoghi hanno riferito di una linea molto compromessa. I primi passi saranno, non appena sarà possibile, liberare il lungo tratto di binari dai detriti, per oltre un chilometro. In alcuni punti, vicino al Cobello, si contano alcuni metri sotto i piedi, tra grossi massi, pietrisco, alberi e altro materiale.

L’acqua e il fango si sono poi incanalati verso sud, lesionando uno pezzo ancora maggiore. I binari sono lesionati e spostati rispetto al loro sedime naturale: andranno asportati e sostituiti, così come è da buttare il ballast ferroviario, ovvero la massicciata dei binari, il pietrisco che ha una funzione elastica e di stabilizzazione, per ammortizzare gli urti del passaggio di convogli pesanti. Occorrerà poi dare stabilità all’intera linea, compromessa soprattutto nel lato a valle, eroso dall’acqua.

Tombotti

EMBED [LA VALCAMONICA CONTA I DANNI]

L’altro grande tema, finito nell’occhio del ciclone, è l’allargamento dei tombotti, «colpevoli» d’aver fatto da tappo e di aver causato la tracimazione. Sarà necessario allargare e adeguare l’intera sezioni idraulica, non solo nel punto che passa sotto la ferrovia, ma per tutto il tratto sino alla confluenza con l’Oglio. In questo modo l’alveo del Re e del Cobello, da monte e per tutto il paese, sino al fiume, saranno larghi abbastanza per sopportare grossissime portate. Tutti interventi costosi e lunghi.

La ferrovia resterà quindi interrotta a lungo nel tratto tra Breno e Capo di Ponte, con i bus sostitutivi a fare da spola. Per il momento corse e passeggeri sono pochi, ma con la ripresa delle scuole a settembre sarà un grosso disagio. Nel frattempo, c’è attesa per la riapertura della ex statale, che permetterebbe alle attività lungo via Nazionale di tornare a lavorare, ai cittadini di Losine, Niardo e Braone di passare più agevolmente. Rispetto alla fine della scorsa settimana, il lavoro portato avanti è stato enorme, la via Nazionale è stata sgomberata dai grossi cumuli di materiale. Ma serviranno ancora alcuni giorni, probabilmente ancora tutta la settimana.

dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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