«L’altra notte, come 35 anni fa, quando la frana seppellì i miei genitori»

Trentacinque anni fa, ai tempi dell’alluvione di Niardo nei giorni del disastro della Valtellina, aveva perso i genitori. Adriano è il figlio di Antonietta Sacristani e di Giovanni Pandocchi, la coppia di anziani che, per scappare alla furia del torrente Re che scorre vicino alla loro casa, furono travolti da fango e detriti. Furono ritrovati solo tre giorni dopo, nel giardino di casa, ancora mano nella mano, distanti solo pochi metri dalla porta dell’abitazione.

35 anni fa

Nel 1987, allora trentenne, l’uomo aveva salutato mamma e papà ed era uscito per andare a fare un giro in paese. Pioveva, ma nulla lasciava presagire quanto sarebbe successo di lì a poco. «Ero in paese e mi arrivavano le voci di quanto stava succedendo più sotto – ricorda con una calma estrema -, il paese era isolato, non si capiva nulla, non si capiva cosa stava capitando. Ho passato lunghissimi momenti senza notizie. Solo dopo, non riuscendo a mettermi in contatto con i miei genitori, ho iniziato a temere il peggio. E molto dopo ho saputo che i miei non si trovavano».

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Mercoledì sera Adriano Pandocchi era in casa, in via Giardini, la medesima in cui abitavano i genitori 35 anni fa, appena sotto il cimitero. «Mi sono accorto che stava succedendo qualcosa di brutto – aggiunge – perché l’appartamento tremava. Mi sono affacciato ma era tutto buio, ho guardato verso il torrente, non si riusciva a capire. Poi ho visto il fiume di melma e ho chiuso tutto. Mi sono ritirato in casa. Questa volta gli argini costruiti dopo il disastro del 1987 hanno retto e qui non è successo nulla». Adriano è sereno nel suo racconto, non ha voglia di ricordare, ma non si sottrae alle domande. «Certo, quanto successo 35 anni fa non si dimentica, ricordo bene tutto. Ero rimasto con solo i vestiti che avevo indosso, e in casa non si poteva entrare. Stavolta ho avuto un po’ di paura, ma in questa zona è andata bene. Non posso non pensare ai miei concittadini di Niardo, mi spiace per chi abita al Crist e in via Bredibusio, mi fa male sapere della devastazione successa».

«Ci rialzeremo»

Adriano ha lavorato fuori dalla Vallecamonica per tantissimi anni, anche nel 1987 era via ed era rientrato a casa solo per qualche giorno. Oggi si gode la pensione nell’abitazione dei genitori, che ha retto a tutto. Di quei giorni ricorda ancora bene la grande solidarietà, le tante persone che lo aiutarono, gli alpini e il sindaco Pierantonio Bondioni, tutto il paese gli era stato vicino. «Siamo gente di montagna, silenziosi e generosi, oggi come allora sapremo rialzarci, confido molto nei miei compaesani» conclude sorridendo.

EMBED [Adriano Pandocchi perse entrambi i genitori. Ora è tornato a vivere qui]

dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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