Esondazione in Valcamonica, quali sono le cause: il parere degli esperti

Un’enorme quantità di pioggia – fenomeno che da qualche anno siamo abituati a chiamare «bomba d’acqua» o «cella» – che si è abbattuta in pochissimo tempo su una piccola porzione di territorio scosceso di montagna. Ad aggravare una situazione, già di per sé eccezionale, c’è poi un terreno secchissimo, con una sorta di crosta in superficie che impedisce alla pioggia di penetrare nel profondo e che, di conseguenza, fa confluire nei torrenti ancora più acqua.

Cos’è successo

I tre torrenti che solcano il territorio di Niardo, il Fa verso Breno (rimasto escluso dall’alluvione), il Re nel mezzo e il Cobello al confine con Braone, si sono gonfiati all’inverosimile non solo di acqua, ma anche di alberi e altri detriti, che sono stati trascinati a valle con violenza inaudita. I torrenti sono tracimati nei pressi della ferrovia e la furia di fango e acqua si è riversata tra le strade di Niardo.

Le colate detritiche, partite in quota nella zona delle malghe, hanno trovato una grossa strozzatura nei pressi della ferrovia, dove la sezione idraulica dei torrenti è più stretta e ha di conseguenza fatto da tappo, portando a una sorta di «esplosione» dei torrenti Cobello e Re, che sono usciti dall’alveo e allagato l’abitato e i dintorni.

EMBED [L’impressionante situazione della ferrovia sommersa dall’inondazione]

Il precedente nel 1987

Un fenomeno che era già accaduto nel 1987, ai tempi dell’alluvione della Valtellina, ma in situazioni del tutto diverse: 35 anni fa non si era trattato di un evento improvviso e concentratissimo, ma di giorni e giorni di piogge, che avevano reso instabile e fragile il terreno. A Niardo sono arrivati, nel tempo, parecchi milioni di euro sulla Legge Valtellina, per sistemare i tre corsi d’acqua, per la messa in sicurezza dell’attraversamento del centro abitati, la costruzione di briglie e vasche di sedimentazione. Opere che hanno retto per quel che potevano, ma la furia della natura è stata più forte.

Gli esperti

EMBED [Da sapere]«Il fenomeno sempre più frequente delle precipitazioni incontrollate si è sommato a una mancanza sotto il profilo della regimentazione delle acque nella parte terminale dei torrenti – spiega il direttore del settore Bonifica della Comunità montana Gian Battista Sangalli -. Nella zona finale, quella che scende verso l’Oglio, era stato realizzato un cunettone di sezione più limitata e, nel punto d’incontro con la ferrovia, esattamente come avviene in tutti gli attraversamenti ferroviari dei torrenti camuni, ha una luce insufficiente. Con eventi come questo il sistema idrografico va in crisi: l’area ha retto bene dentro il paese per le opere realizzate con la Legge Valtellina, ma non nella parte finale».

Per il geologo camuno Luca Albertelli, che già dalla notte si è recato sul posto, la causa va ricercata nelle «celle temporalesche molto localizzate, che si infilano nella valle con un’intensità enorme in tempi ridottissimi, impedendo ai bacini di rispondere in modo adeguato, anche a causa del terreno troppo secco, che non permette l’assorbimento della pioggia, ma fa defluire tutto nell’asta principale. Le stazioni meteo vicine a Niardo hanno fatto rilevare piogge irrilevanti. Sono eventi sempre più estremi dovuti al clima di questo periodo. La causa principale sono quindi le piogge estreme di elevata intensità concentrate in una piccola area, la concausa il terreno troppo secco, che non permette all’acqua di infiltrarsi».

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dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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