Omicidio Ziliani: dopo un anno arrivano le prime ammissioni

La svolta è arrivata martedì. Quando ha rotto il muro del silenzio che reggeva da 242 giorni. Esattamente otto mesi dopo essere finito in carcere, e trenta giorni prima del suo 28esimo compleanno, Mirto Milani ha confessato l’omicidio di Laura Ziliani.

E ha coinvolto anche le due co-indagate, e pure loro in cella da tempo, Paola e Silvia Zani, due delle tre figlie dell’ex vigilessa di Temù ammazzata l’otto maggio di un anno fa. Stordita con dei farmaci e poi soffocata con un cuscino secondo quanto ricostruito, «nel chiaro interesse – scrisse il gip motivando l’arresto del 24 settembre – a sostituiti a Laura Ziliani nell’amministrazione di un vasto patrimonio immobiliare, al fine di risolvere i rispettivi problemi economici».

EMBED [Leggi anche]Quello che gli inquirenti hanno definito nelle carte dell’inchiesta «il trio criminale» alla fine è crollato. Le prime ammissioni Mirto Milani, le ha fatte due giorni fa nel corso di un lungo interrogatorio davanti al pubblico ministero Caty Bressanelli che ieri ha poi sentito a Verziano anche le due sorelle Zani.

I tre accusati di omicidio e occultamento di cadavere con l’aggravante della premeditazione, hanno deciso di farsi interrogare dal magistrato titolare dell’inchiesta alla vigilia della scadenza dei termini di 20 giorni – che scatterà lunedì – stabiliti dalla legge dopo la chiusura indagini.

EMBED [Mirto Milani]

I faccia a faccia con il magistrato sono stati lunghi anche per il semplice fatto che si è trattato della prima volta in cui i tre presunti responsabili hanno raccontato la loro verità. Dopo l’arresto si erano infatti avvalsi della facoltà di non rispondere. Solo l’interrogatorio di Mirto Milani è durato quasi quattro ore.

EMBED [Per apprfondire]L’inizio all’ora di pranzo e la fine attorno alle 18, quando l’avvocato Maria Pia Longaretti ha lasciato il carcere cittadino. Ieri sera sono invece durati fino a tarda ora gli interrogatori, ovviamente separati, delle sorelle Zani. Prima una, terminato verso le 14.30, e poi l’altra fino a sera. E Mirto Milani, parlando per primo, ha ammesso l’omicidio e ha puntato il dito anche contro Paola e Silvia Zani.

Non sono chiari i ruoli esatti svolti dai tre in quello che è stato il giallo dell’estate scorsa. E ora non si esclude che la confessione possa generare il fuoco incrociato tra loro con un rimpallo di responsabilità. In attesa di un processo che sarà celebrato davanti alla Corte d’Assise. Già pochi giorni dopo aver fatto copia della corposa mole di atti, i tre hanno chiesto tramite il loro avvocato di essere sentiti.

Quando cioè probabilmente hanno capito che la ricostruzione degli inquirenti non lasciava grandi margini di manovra. Dalle indagini successive agli arresti era emersa anche la presenza di una fossa che – questa è l’accusa – sarebbe stata scavata nei boschi di Temù la notte stessa dell’omicidio per nascondere il cadavere di Laura Ziliani, poi trovato l’otto agosto a poca distanza vicino al fiume Oglio. Nascondere il corpo senza vita tra la vegetazione era risultato più semplice che coprirlo di terra in una fossa probabilmente troppo piccola.

dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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