Dall’orfanotrofio a Brescia, infermiere ucraino ora in missione

Da piccolo ha passato le estati in Valcamonica, con gli altri bimbi dell’orfanotrofio di Gorodnya. Poi Fabio, un medico che lavora in Poliambulanza, lo ha aiutato a studiare, prima al liceo Leonardo in città e poi a laurearsi in Scienze infermieristiche all’Università di Brescia. Oggi Stas Shvets, 27 anni, è al confine tra Polonia e Ucraina, la sua nazione d’origine, ad aiutare i bambini.

È partito domenica con un’equipe di Areu formata da tre infermieri, un medico rianimatore del Civile e tre autisti; al loro seguito auto mediche e un furgone. La loro missione è occuparsi dei pazienti pediatrici oncologici ed ematologici. Stas, dopo la laurea, ha vinto il concorso del Civile e da novembre opera nel reparto di Ematologia. È stato chiamato alla fine della scorsa settimana dalla direzione, per partecipare a una missione in cui avrebbe potuto mettere a frutto non solo le sue capacità professionali, ma anche quelle linguistiche, visto che parla ucraino e russo. Non ha chiesto neppure un minuto per pensarci, ha detto «sì».

La motivazione

«È la mia gente, il mio popolo, in Ucraina ci sono i miei amici dell’orfanotrofio, che sento ancora – ci racconta -. Noi siamo al confine con la Polonia, è un’esperienza totalizzante, che mi coinvolge completamente. È tutto assurdo quello che vedo: qui ci sono quasi solo bambini e donne, gli uomini sono pochi». Stas si rende conto che parlare la lingua facilita moltissimo le relazioni, abbatte le barriere, arriva dritto alle persone. È lui a condurre le interviste ai pazienti. Il lavoro è molto duro, «si lavora da mattina a sera», cercando di fare il possibile. E anche qualcosa in più.

La missione, per lui, durerà ancora alcuni giorni. Poi il rientro a Brescia per dei giorni di riposo, prima di partire una seconda volta. «Non ho nessun tipo di paura», dice sicuro. Forse anche perché è consapevole che, tra Brescia e la Valcamonica, ci sono centinaia di persone che tifano per lui. Così come ce ne sono altrettante, a Gorodnya, che confidano nelle sue capacità.

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dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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