Dalla folgorazione per la voce di Maria Callas, vissuta da adolescente, ai palcoscenici d’Europa, fino alla commemorazione per David Sassoli tenutasi al Parlamento di Strasburgo. È la parabola, tutta ascendente, del soprano Francesca Sorteni, 32 anni, originaria di Niardo.

Una voce incredibile, lo si intuisce già dalle prime parole al telefono, così come incredibile è la determinazione di una giovane camuna che ha lasciato casa e comodità per trasferirsi, appena conclusi il Conservatorio e l’università, a Strasburgo.

EMBED [Un primo piano di Francesca Sorteni]

È il 2015 quando Francesca fa un’audizione per l’Opéra di Strasburgo e viene subito selezionata: a luglio si laurea al conservatorio di Milano, dopo aver già conseguito una laurea in Farmacia, e a settembre si stabilisce nella città francese. Lavora due anni per il teatro d’opera e poi inizia la carriera come free lance a contratto. E stamattina è a Venezia, per iniziare una produzione con la Fenice. A Strasburgo è un’artista nota, e molto quotata: è per questi apprezzamenti che è stata chiamata, martedì scorso, a cantare per la commemorazione ufficiale del presidente del Parlamento europeo David Sassoli.

EMBED [Da Instagram]

Per l’occasione ha eseguito l’«Inno alla gioia» di Beethoven con «emozione, onore e gratitudine, per una persona piena di umanità e sensibilità com’era Sassoli.

Francesca, mentre frequentava il liceo a Breno, ha visto un film sulla Callas e si è innamorata di quel modo di cantare. Confessa ai genitori il suo sogno e loro la assecondano. A Milano, mentre studia Farmacia, decide d’iscriversi al Conservatorio e da lì non si è più fermata. Le opportunità sono arrivate con facilità e subito sono state colte. Da oggi e fino al 5 marzo sarà a Venezia, per un nuovo progetto musicale.

«Vivo a Strasburgo – racconta – ma l’unico posto dove riesco a staccare e rigenerarmi è Niardo, dove sono coccolata dai genitori; torno appena possibile, anche per vedere la Concarena e il cielo blu. Ho concerti programmati sino al prossimo 24 dicembre: sogno di continuare a cantare in tutti i teatri, è la cosa che mi rende più felice, fare il lavoro che amo. Certo, le paure ci sono, come per tutti, ma quando sono sul palco tutto sparisce, ho i brividi solo a dirlo».

dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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