Feste natalizie sold out in montagna, preoccupazione per gennaio

«Natale e Capodanno sold out e incertezza generale dall’Epifania in poi». Così, Graziano Pennacchio, albergatore della Valcamonica nonché amministratore delegato di Visit Brescia, sintetizza la situazione sulle montagne bresciane in vista delle feste: «Dal 24 al 31 dicembre è molto difficile trovare camere libere nelle località turistiche in quota. Le uniche disponibili, per via di cancellazioni, hanno prezzi in alcuni casi raddoppiati rispetto a due mesi fa».

Sulla neve, a fine mese, si attendono «per il 95% turisti italiani». Il problema grande riguarda gennaio: dall’Epifania in poi le nostre montagne, Valcamonica in primis, sono solite ospitare «per lo più vacanzieri inglesi o dell’Europa dell’Est che provengono da Paesi (come Polonia e Repubblica Ceca) in cui la campagna vaccinale è ancora molto indietro». 

EMBED [Leggi anche]«Sarà dura vederli arrivare da noi – commenta Pennacchio -, tanto più in ragione delle ultime disposizioni del Ministro della Salute» finite nel mirino della Ue e del settore italiano del turismo, ministro Massimo Garavaglia compreso, visto che le ha definite «una mazzata inaspettata» perché introdotte da un giorno all’altro. Il riferimento è all’obbligo di tampone negativo anche per chi arriva dai Paesi dell’Unione Europea e ai 5 giorni di quarantena per chi non è vaccinato.

Regole in vigore fino al 31 gennaio e il cui «effetto, a sensazione, sarà drammatico». Il timore, condiviso da Alessandro Fantini, albergatore della città nonché vicepresidente di Federalberghi Brescia, è che «arrivino molte disdette e si rallenti il flusso, già lento, delle prenotazioni a causa, appunto, delle nuove disposizioni per gli stranieri, dell’aumento dei contagi e della preoccupazione per la variante Omicron. Problema non da poco: gli alberghi, in vista della stagione turistica, hanno già assunto personale e ora rischiano di non avere abbastanza ospiti».

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Quello dell’organico è un tasto dolente, da oltre un anno, per strutture ricettive e ristoranti: «La chiusura causata dalla pandemia ci ha fatto perdere molte figure professionali», ricorda Pennacchio. Trovare cuochi, camerieri, addetti alla pulizia degli ambienti e receptionist è un’impresa. «La situazione, però, in montagna è più rosea d’inverno che in estate perché ora non abbiamo la concorrenza delle località di mare».

Per il lago, aggiunge Giuseppe Caccamo, presidente di Assohotel di Confesercenti Lombardia Ordientale nonché albergatore di Desenzano, «c’è stata una grande richiesta di informazioni a novembre, ma ora la situazione, in termini di prenotazioni, è calma per via della prudenza motivata dalla variante e del fatto che non ci saranno grandi feste in piazza. Speriamo – dice – che, sotto data, arrivino ulteriori prenotazioni per Capodanno». 

Tornando all’aumento dei prezzi riferito da Pennacchio a confermarlo è anche uno studio di Assoutenti che riguarda tutto il territorio nazionale: «Dai trasporti (in auto vista la stangata dei carburanti, treno e aereo) allo skipass, dalla ristorazione agli hotel – denuncia l’associazione -: la classica settimana bianca sulla neve costerà in media il 9,7% in più rispetto al 2019.

Per i soggiorni in alberghi e strutture ricettive si registrano rincari delle tariffe che raggiungono il +15% nelle zone sciistiche a forte vocazione turistica, come confermato dagli stessi albergatori. Soggiornare 7 notti in una struttura esclusiva di Cortina d’Ampezzo può arrivare così a costare 36.428 euro. Non si salvano nemmeno bar e ristoranti: per mangiare fuori si spenderà in media il 5% in più rispetto al 2019. Inoltre c’è una nuova spesa per i consumatori: l’obbligo di copertura assicurativa sulle piste da sci che scatta il primo gennaio».

dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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