La pandemia ci ha drammaticamente mostrato l’importanza di un servizio sanitario che funzioni. L’emergenza ha anche messo in luce i problemi del sistema. Fortunatamente ci sono buone notizie su questo fronte. I futuri medici camuni, specializzandi in Medicina generale, da qualche giorno studiano a Breno. Ats della Montagna, dichiarata tre anni fa polo di formazione per la Medicina generale, in collaborazione con il Comune di Breno ha infatti aperto le nuove aule dei tre anni di corso al Palazzo degli Uffici, in centro al paese, a fianco del municipio. Nel 2020 anche gli specializzandi camuni hanno affrontato le difficoltà della pandemia e il tirocinio ospedaliero è stato sostituito dall’operatività Covid, svolgendo compiti di sorveglianza epidemiologica, sostituendo medici di base ammalati, lavorando nelle Usca o come continuità assistenziale.

Il nuovo anno accademico, il terzo, completa il ciclo triennale post laurea obbligatorio per diventare medici di base. Una figura che, in tutta Italia, e in misura marcata in montagna, sta diventando sempre più introvabile. Basti pensare che, in base ai dati in possesso di Ats, il 65% dei medici di famiglia oggi in servizio in Valcamonica ha più di 55 anni, mentre l’accesso alle facoltà di Medicina e alle scuole di specializzazione non è ancora in grado di garantire giovani laureati per il ricambio generazionale. Con questo anno accademico si avvia il terzo anno, che completa il triennio: gli iscritti-tirocinanti sono in tutto 45, di cui 19 della Valcamonica e il resto della Valtellina. La nuova sede si trova al piano rialzato del Palazzo Uffici, negli spazi lasciati liberi dalla Polizia locale dell’Unione.

L’Amministrazione brenese, in accordo con Ats Montagna, ha sistemato circa 250 metri quadrati in modo da partire in questi giorni con le lezioni. Si tratta di tre aule, una per ogni anno, di uno spazio comune utilizzato per riunioni (una sorta di aula magna), dei servizi e dei locali accessori (sala server, ripostiglio e segreteria), compreso l’ascensore. Il progetto affonda le sue origini nel 2018, quando si iniziò a parlarne e a presentare le prime richieste, e risale all’aprile 2019 il riconoscimento all’Ats della Montagna, in collaborazione con Polis-Lombardia e grazie alla Regione, di tutti i requisiti per diventare polo formativo di riferimento per il corso triennale post-laurea per medici di medicina generale. Il primo corso partì in autunno, ospitato provvisoriamente in alcuni locali di Ats per la parte teorica e negli ospedali dell’Asst per il tirocinio pratico e per l’opportuna relazione con gli specialisti ospedalieri.

Dal 2020 i corsisti possono essere incaricati dall’Ats per avviare l’attività di medico di base, potendo accettare fino a un massimo di 650 pazienti (i medici in servizio arrivano fino a 1.500). Risorse preziosissime per i comuni della Valcamonica, che stanno soffrendo per la mancanza di questi professionisti. Si tratta di un aiuto prezioso per arginare la forte carenza di medici che comporta, in alcune situazioni, scoperture di interi paesi dall’alta alla bassa Valle, con una condizione in peggioramento. Una crisi strutturale a livello nazionale, anche se a soffrirne sono soprattutto i territori marginali, per la carenza di medici e per la scarsa disponibilità a lavorare in montagna. Basti pensare che nel 2018 Ats ha bandito un concorso per 22 medici e se n’è presentato solo uno, mentre nel 2019 per 28 posti si sono presentati in cinque.

dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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