L’eco dell’angoscia non si spegne. A cinque giorni dall’arresto di Silvia e Paola, due delle figlie di Laura Ziliani, l’ex vigilessa di Temù scomparsa a inizio maggio, e di Mirto Milani, fidanzato di Silvia, con l’accusa di aver ucciso Laura, aumentano le domande senza risposta. Elementi in più per far luce su un omicidio che ha scosso Temù, il paese dell’Alta Valcamonica teatro del «giallo», e con esso l’intera nostra provincia, potrebbero emergere oggi, martedì, dagli interrogatori di garanzia dei tre arrestati per omicidio e occultamento di cadavere.

Troppe domande. Tra le moltre domande, anche quelle scaturite dalla lettura della relazione sugli esiti preliminari dell’esame tossicologico, contenuti nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari.

EMBED [Il caso] Si legge: «…le indagini tossicologiche sino ad ora esperite sul materiale biologico prelevato in corso di esame autoptico hanno permesso di rilevare la presenza di bromazepam. Trattasi di composto benzodiazepinico (…) avente azione ansiolitica e ipnoinduttrice». Per capirne di più sul farmaco, al di là del caso di cronaca e degli aspetti giudiziari della drammatica vicenda, abbiamo chiesto aiuto alla prof. Marina Pizzi, prorettrice alla ricerca nella Sezione di Farmacologia del Dipartimento di Medicina molecolare e traslazionale dell’Università statale di Brescia. Intanto, per capire se ad una persona possa essere somministrata una maxidose di gocce del principio attivo senza che se ne accorga.

La quantità di farmaco. Pizzi: «Sì, se la persona beve grandi quantità di acqua durante la giornata, per esempio da una borraccia che può essere aperta abusivamente per inserire le gocce. Il Lexotan (il nome commerciale) ha un sapore dolciastro che tuttavia si attenua molto per grandi diluizioni. È chiaro che in questo caso compare prima l’ansiolisi ma poi la sedazione fino al sonno. L’effetto ansiolitico si vede già con un’unica somministrazione (15-30 gocce 1 volta al giorno) in quanto il bromazepam ha una eliminazione lenta (la sua concentrazione plasmatica si dimezza in 20 ore) e quindi la sua concentrazione rimane stabile nel sangue e nei tessuti per le ore diurne. Dosi maggiori comportano un effetto sedativo (ridotta reattività) e quindi ipnotico (induzione del sonno). A fronte della lenta eliminazione del farmaco, quindi della sua lunga persistenza nel sangue e nel cervello, un sonno profondo può aversi anche con una somministrazione protratta di una dose ipnotica diluita in una bevanda. Quindi piccole assunzioni (la borraccia) che si sommano durante la giornata».

Da solo è mortale? Il farmaco, di per sé, può causare la morte? «Il bromazepam preso in eccesso, come tutte le benzodiazepine, non dà un coma con depressione respiratoria da solo, se non in casi particolari come in chi soffre di apnee notturne. Dosi non pericolose possono tuttavia portare alla depressione respiratoria se, creando un mix letale, al farmaco si associano alcol che è la causa più frequente di morte da depressione respiratoria causata da benzodiazepine o analoghi della morfina, quali analgesici oppioidi che, come l’alcol, di per sè possono dare depressione respiratoria potenziata dal Lexotan – spiega Pizzi -. Queste interazioni possono essere accresciute dalla presenza in circolo di farmaci che, bloccando il metabolismo del bromazepam e altre benzodiazepine, portano ad un loro accumulo nel sangue. Alcuni di questi farmaci sono gli antifungini azolici, gli antibiotici macrolidi e la cimetidina, usata per bruciori di stomaco».

Il tempo e le tracce. Facendo un passo indietro, non possiamo tuttavia ignorare che il corpo di Laura Ziliani, scomparso l’8 maggio, è stato ritrovato all’aperto l’8 agosto. E, dunque: quanto a lungo rimane nell’organismo la traccia del farmaco? «Le benzodiazepine si distribuiscono molto bene in organi e tessuti, soprattutto cervello. La permanenza così a lungo non è però una caratteristica univoca per la classe, ma dipende dalla velocità di metabolismo ed eliminazione dei singoli composti. Sicuramente è ancora valida per il Valium (diazepam) che ha una emivita (in farmacologia, il tempo che occorre perché la concentrazione di una sostanza farmacologica nel sangue si riduca alla metà del valore iniziale, ndr) anche più lunga del bromazepam. Non lo è per il triazolam (nome commerciale Songar) che ha un’emivita di sole 3 ore – conclude -. Infine, le benzodiazepine si distribuiscono in tutti i tessuti, in particolare nelle frazioni ricche di grassi. Concentrazioni più alte si trovano in organi molto ben perfusi quali cervello, cuore, reni e polmoni».

dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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