Laura Ziliani è stata stordita dai farmaci. Ma non uccisa dal composto di benzodiazepine trovato nel suo corpo. «I rilievi quantitativi consentono di escludere che possa avere avuto un ruolo diretto nel determinare l’arresto delle funzioni vitali della donna» scrivono i medici legali. L’ansiolitico non bastava. E per questo gli inquirenti sono sempre più convinti che l’ex vigilessa sia stata soffocata con un cuscino sul volto mentre si trovava sotto l’influenza dei medicinali «potenzialmente idonei a compromettere le capacità di difesa». In uno stato di sonno profondo non sarebbe mai stata in grado di reagire.
Uccisa a letto, mentre era in canottiera e intimo come poi è stata ritrovata l’8 agosto, e successivamente portata fuori dalla casa di via Ballardini, che è ritenuta il luogo dove la notte tra il 7 e l’8 maggio è avvenuto l’omicidio. Sul corpo della donna non sono stati trovati segni di violenza e nemmeno fratture. Ora bisogna vedere quali elementi sul cadavere, a distanza di 140 giorni dal decesso, possano ancora essere trovati a sostegno della tesi del soffocamento non violento.
EMBED [Leggi anche]Le tracce di benzodiazepine sarebbero state isolate in quasi tutti gli organi. Un coinvolgimento dell’intero organismo porta a due strade: l’utilizzo costante del farmaco o la somministrazione in un’unica dose importante. E sul punto chi indaga non ha dubbi: «La persona offesa non ha mai avuto la disponibilità del farmaco rinvenuto nei suoi organi interni e la stessa non era solita assumere né sostanze ipnotiche né farmaci di sorta» scrive il gip Alessandra Sabatucci nella sua ordinanza di custodia cautelare. E poi sono state proprio le figlie arrestate venerdì mattina a confermare durante le indagini che la madre «non assumeva alcun farmaco poiché non ne aveva mai avuto bisogno». Così come il compagno ha escluso l’ipotesi del suicidio: «Era solare, vivace e amante della compagnia» sono le parole agli atti.
«Non dimentichiamo anche che era legata in modo particolare alla figlia mezzana, affetta da problemi cognitivi, e che mai l’avrebbe lasciata sola» ha spiegato in diretta tv il comandante dei carabinieri di Breno Filiberto Rosano nel corso della puntata di venerdì di «Messi a fuoco» su Teletutto. Non si esclude che la madre, i due fratelli e l’unica figlia non arrestata della vittima, possano chiedere, per provare a chiarire ulteriormente il quadro, l’esame del capello.
EMBED [La vicenda]Dagli accertamenti scientifici a quelli patrimoniali, il passo è breve. Prima e dopo la scomparsa di Laura Ziliani in un aspetto non è cambiato il modo di vivere di quello che gli inquirenti definiscono il «trio criminale». Mirto, Paola e Silvia avevano, come si evince dai dialoghi tra loro intercettati, un’attenzione morbosa ai soldi e alla gestione del patrimonio immobiliare dell’ex vigilessa. Aspetti che per chi indaga rappresentano il movente dell’omicidio. Dopo il sequestro dell’abitazione di via Ballardini, sul tavolo della sala è stato ritrovato un foglio scritto a mano, «con una calligrafia impeccabile e ordinata», riportante tutti i possibili interventi, stanza per stanza, per trasformare «con 9mila euro», la palazzina di quattro piani in un bed and breakfast. Per un progetto che, fino a quando è rimasta in vita, Laura Ziliani ha provato a rimandare.Il casoNuovi sviluppi nelle indagini per la morte dell’ex vigilessa di Temù
dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
Leggi articolo originale