«Mia moglie era no vax? Non sono cose che vi riguardano. Non vi diciamo nulla, non rispondiamo alle vostre domande». Sono queste le uniche parole che il marito di Agnese, la donna di 39 anni morta il 3 settembre dopo essere risultata positiva al Covid-19, consegna alla stampa, con cui taglia corto. Del resto, di fronte a una perdita prematura, è il dolore a prevalere, tutto il resto – specie ricercare una causa o appiccicare un’etichetta a scelte passate – diventa irrilevante.
La famiglia, che si è chiusa nella riservatezza della sofferenza e che chiede rispetto, ha scelto di non celebrare il funerale della giovane donna: il suo corpo è già stato cremato e questo pomeriggio, attorno alle 15, raggiungerà il cimitero di Cogno per la tumulazione.
Agnese viveva in Valcamonica insieme al marito e ai due figli, di due e sette anni. Il suo calvario inizia a metà agosto: di ritorno da una vacanza, infatti, l’Ats segnala alla famiglia bresciana che era entrata in contatto con un soggetto positivo. Da qui la scelta di sottoporsi a un tampone, risultato positivo al Covid il 17 agosto.
La 39enne non si era vaccinata, così come il resto della sua famiglia. Ma non era una «no vax» dell’ultim’ora, delle manifestazioni di piazza. La sua non era stata una scelta d’impeto. Piuttosto frutto di una valutazione datata sulla quale però – a detta di voci raccolte ieri in paese – a casa si era tornati a ragionare. In ogni caso, non ce n’è stato il tempo. Quando il tampone ha restituito esito positivo al Coronavirus, Agnese nel manifestare i primi sintomi si è attivata e curata per una possibile polmonite. Nulla da fare: le sue condizioni di salute sono peggiorate e si è reso necessario il ricorso al Pronto soccorso di Esine.
Qui ha ricevuto le prime cure ospedaliere che però non hanno dato l’esito sperato. Non solo, il quadro si è aggravato al punto da portare i medici a ritenere opportuno il suo trasferimento d’urgenza all’ospedale Civile. A Brescia Agnese è rimasta però solo un paio di giorni, senza migliorare. Quindi nuovo trasferimento, con il ricovero al San Raffaele di Milano, dove è morta venerdì scorso: «Come fate voi a dire di sapere tante cose, quando noi non abbiamo ancora visto neanche la sua cartella clinica», dice un cugino che non sa darsi pace. Ma il nome di Agnese è nel drammatico elenco delle vittime Covid, la più giovane di Piancogno.
Nel frattempo, da circa una settimana la madre, anche lei risultata positiva al Covid, è ricoverata al Civile. Dopo aver superato una fase critica e la ventilazione assistita, ora è in fase di miglioramento e ha recuperato l’autonomia respiratoria. A Piancogno, i residenti glissano alle domande e preferiscono esprimere vicinanza alla famiglia attraverso un silenzio rispettoso. Il dolore è di tutti: «Questa è una storia che ci ha toccato molto, Agnese lascia due bambini piccoli» sono le uniche parole che si ripetono in continuazione. Di dilungarsi in dettagli o commenti, non c’è proprio nessuna voglia.
dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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