C’è una famiglia segnata dalla tragedia e allo stesso tempo divisa al proprio interno dopo gli sviluppi delle indagini. Ma c’è anche un paese che aspetta, così come attendono la verità i colleghi di lavoro e gli amici di una vita. Dopo quattro mesi esatti, ancora non c’è una risposta sulle cause della morte di Laura Ziliani, l’ex vigilessa di Temù, 55 anni, scomparsa l’8 maggio scorso e il cui cadavere è stato ritrovato l’8 agosto tra la vegetazione a due passi dal fiume Oglio nel paese dell’Alta Vallecamonica. Il corpo non aveva segni di violenza, così come non sono state riscontrate fratture ed era saponificato, condizione che ha permesso che non venissero intaccati gli organi interni.
E a tal proposto c’è grande attesa per l’esito dell’esame tossicologico che dovrà stabilire se la donna sia stata avvelenata. Un accertamento affidato dalla Procura al professor Andrea Verzeletti, direttore dell’Istituto di Medicina Legale degli Spedali civili di Brescia che ha prelevato gli organi che potrebbero essere stati interessati da un eventuale avvelenamento. L’analisi viene effettuata per un lungo elenco di sostanze che vengono ricercate singolarmente. Aspetto che inevitabilmente allunga i tempi.
Nel suo quesito il pm Caty Bressanelli ha chiesto al medico legale di esplorare anche l’ipotesi del suicidio e quella del malore causato da un arresto cardiaco in una donna che aveva fatto accertamenti cardiaci un anno prima. «L’esame istologico è lungo e complesso» viene spiegato dagli inquirenti. Il risultato è atteso nelle prossime settimane. Entro fine mese sicuramente.
Un passaggio determinante per gli sviluppi dell’inchiesta aperta per omicidio volontario e occultamento di cadavere con due delle figlie di Laura Ziliani – la maggiore e la minore – e il fidanzato della più grande iscritti nel registro degli indagati e a piede libero. Risulterebbero negativi gli accertamenti su eventuali acquisti anomali in farmacie della Vallecamonica, così come la direzione della casa di riposo dove la figlia maggiore di Laura Ziliani lavorava fino al 7 maggio prima di non rinnovare il contratto, ha fatto sapere ai carabinieri di non aver mai registrato ammanchi di farmaci. «Non abbiamo novità» si limita a dire l’avvocato Maria Pia Longaretti, legale delle sorelle indagate.
EMBED [Laura Ziliani, la Scientifica dei cc a Temù]
Oltre agli aspetti medici, a breve è attesa anche la relazione dei consulenti informatici che hanno analizzato i telefoni delle tre persone finite sotto indagine, oltre ai loro computer e a tutti gli apparati telefonici che erano presenti nella palazzina di via Ballardini a Temù il giorno in cui, a giugno scorso, è stata posta sotto sequestro. Quella struttura su quattro piani che le figlie di Laura Ziliani avrebbero voluto trasformare in bed and breakfast nell’ambito di un progetto sul quale però l’ex vigilessa aveva dei dubbi.
Proprietaria di una decina di appartamenti tra appunto Temù, Edolo e la città, pare che la donna volesse ancora aspettare prima di prendere una decisione definitiva sul futuro della casa di via Ballardini da dove, secondo il racconto della figlia che ha sporto denuncia, la mattina dell’8 maggio era partita per una passeggiata nella zona di Villadalegno.
Il cadavere di Laura di Ziliani è stato però ritrovato senza indumenti tipici da montagna in una stagione – inizio maggio – in cui in Alta Valle c’era ancora la neve. Indossava di fatto solo l’intimo e chi indaga non ritiene che gli abiti possano essersi consumati nei tre mesi in cui il corpo ormai privo di vita è stato esposto alle intemperie e alla fauna selvatica.
dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
Leggi articolo originale