È lei, non ci sono dubbi. Ma ancora non si sa come sia morta. In attesa dell’esito della comparazione del Dna (per il quale occorrerà attendere almeno una settimana), bastano una ciste sotto il piede destro e un paio di orecchini ai lobi per dire con certezza che il corpo trovato domenica mattina lungo l’asta del Fumeclo a Temù è proprio quello di Laura Ziliani.
La totale assenza di segni di violenza – sia esterni che interni – invece non risolve il giallo: permette solo di escludere alcune delle possibili cause del decesso della 55enne ex vigilessa del comune dell’alta Vallecamonica, a partire dall’incidente.
L’ispezione del cadavere da parte del dottor Andrea Verzeletti – e dei consulenti degli indagati e delle persone offese – ha confermato le indiscrezioni che circolavano già nel pomeriggio di domenica. La salma non presenta ferite da taglio né fori di proiettile. Non ci sono nemmeno ecchimosi attorno al collo, quindi mancano segni eloquenti di strangolamento o di strozzamento.
EMBED [I rilievi nell’abitazione di Temù]
I coroner all’opera ieri mattina all’istituto di Medicina Legale dell’ospedale Civile non hanno trovato acqua nei polmoni della 55enne ed hanno pertanto escluso che la donna sia annegata dopo essere caduta nel torrente che scorre a poche centinaia di metri dalla casa delle figlie. Gli anatomopatologi, con una certa sorpresa, non hanno riscontrato nemmeno traumi interni. Il corpo dell’ex vigilessa svanita nel nulla lo scorso 8 maggio è stato sottoposto ad una tac approfondita. L’assenza di fratture ossee anche minime è balzata ai monitor e ha stupito anche gli operatori concordi nell’escludere che l’ex vigilessa abbia subito traumi tanto in vita, quanto post mortem. Per dare una risposta alle tante domande, per stabilire perché Laura Ziliani sia morta, i consulenti delle parti sono chiamati ad ulteriori accertamenti. Nelle prossime ore dunque saranno impegnati nell’analisi degli organi interni.
EMBED [Leggi anche]Saranno effettuati esami tossicologici, ma sarà analizzato anche il cuore dell’ex vigilessa per verificare la sua tenuta. Due cose già da ora sono certe: per avere gli ulteriori responsi ci vorranno diversi giorni; e non è nemmeno detto che l’attesa sia ripagata con la soluzione del caso.
Il lavoro del sostituto procuratore Caty Bressanelli, titolare del fascicolo aperto per omicidio volontario e occultamento di cadavere, prosegue in più direzioni. In linea teorica tre sono le ipotesi che ancora hanno una logica: nessuno può escludere il malore, ma nemmeno il suicidio e tanto meno l’omicidio per il quale, insieme al compagno della prima, sono indagate Silvia e Paola Zani, la figlia più grande e quella più piccola della 55enne da qualche anno impiegata al Comune di Roncadelle. A restringersi, dopo l’esame autoptico eseguito ieri, è semmai il ventaglio delle possibili cause del decesso: Laura Ziliani potrebbe avere avuto un infarto, avere assunto sostanze letali, essere stata avvelenata o soffocata. Scenari differenti, dall’istituto di Medicina legale, non ne escono. E il giallo di Temù resta, per ora e per qualche giorno ancora, senza soluzione.
dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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