Ora la parola passa alla scienza. «Sempre più determinante» racconta un medico legale parlando di quanto può emergere dal cadavere ritrovato a Temù e che gli inquirenti sono sempre più convinti essere quello della 55enne Laura Ziliani. Si parla di un corpo saponificato e irriconoscibile.

Che cosa vuol dire? «Un corpo saponificato è un corpo che ha una sottospecie di esterificazione degli acidi grassi. Significa che c’è un enzima nel nostro corpo che reagisce con gli acidi e sali di calcio e di magnesio e produce una specie di cotenna lardacea all’esterno dell’organismo, nella parte cutanea, dermica e muscolare».

Cosa può dire a livello di indagini, un corpo in queste condizioni? «Puó dire tanto. Innanzitutto dipende dal tempo in cui un cadavere rimane sommerso o comunque a contatto a lungo con l’umidità. Presumibilmente servono molte settimane perché si sviluppi questa forma di saponificazione. È verosimile che gli organi interni si conservino anche molto meglio rispetto ad altre forme di decomposizione del cadavere come nel caso della putrefazione ed è immaginabile che all’interno gli organi siano in un discreto stato di conservazione».

Quindi da un cadavere in avanzato stato di decomposizione, si può capire se una persona è stata uccisa o se invece è vittima di un incidente in montagna? «Ormai la medicina legale può risolvere molti dubbi. Dipende dal tipo di indagine che viene fatta. Di sicuro la prima necessità è quella di identificare il cadavere e il Dna in questo ormai ci aiuta, oltre alle altre metodiche, a dirimere i dubbi e questo punto sarà abbastanza facile da chiarire»

Che tempi sono necessari per la prova del Dna? «Un Dna puó essere ricavato senza limiti di tempo. Dal punto di vista tecnico analitico, la metodica richiede pochi giorni. Si preleva un tessuto qualsiasi, dal capello, all’unghia o anche un muscolo. Qualsiasi cellula può alla fine darci la risposta sul Dna».

dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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