Tra gli elementi da chiarire, uno è determinante. Rispondere alla domanda che inevitabilmente sposta l’asse dell’inchiesta. Laura Ziliani è davvero arrivata a Temù la sera di venerdì sette maggio? Gli inquirenti sono convinti di sì, ma chi indaga aspetta l’esito di una serie di accertamenti disposti dal sostituto procuratore Caty Bressanelli che ha iscritto nel registro degli indagati, con l’ipotesi di reato di omicidio volontario e occultamento di cadavere, due delle tre figlie dell’ex vigilessa scomparsa e il fidanzato della maggiore.

Il cellulare della 55enne è stato trovato acceso nella cantina adibita a guardaroba nell’abitazione di Temù. Avrebbe smesso di generare traffico dalla sera prima della scomparsa.

«Ho fatto tante passeggiate con lei e lo aveva sempre con lei. Non è mai capitato che lo dimenticasse, così come aveva sempre il gps acceso» racconta un amica di lunga data della donna. Dopo i sopralluoghi dei giorni scorsi con i cani dell’unità cinofila che hanno cercato tracce, nell’immobile di via Ballardini a Temù di proprietà della famiglia Ziliani e posto sotto sequestro da settimane, ora nella palazzina a quattro piani potrebbe entrare la Scientifica dei Carabinieri. Per la prova del luminol, lo strumento che attraverso la proprietà chimica della luminescenza, permettere di rilevare tracce di sangue, anche se lavato.

L’appartamento da dove la donna sarebbe partita la mattina dell’otto maggio per una passeggiata nei boschi, da quel giorno e fino al sequestro, è stato però molto frequentato e quindi gli uomini della Scientifica rischiano di trovarsi davanti ad una scena molto inquinata. Oltre agli attuali tre indagati, che in quella casa ci vivevano, sono entrati alcuni parenti e poi forze dell’ordine, vigili del fuoco, personale del Soccorso Alpino. «Una prima ispezione dell’abitazione ha dato esito negativo» hanno scritto i carabinieri in una relazione agli atti dell’indagine. Chi indaga attende poi risposte dagli strumenti informatici sequestrati agli indagati, dai telefoni ai computer, per ultimo il portatile di Laura Ziliani trovato nella cantina dell’appartamento nel quartiere Pendolina in città dove la donna viveva durante la settimana.

dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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