Tre mesi fa la perforazione del Pian di Neve, per 255 metri di profondità, a 3.200 metri d’altitudine. Per undici giorni un gruppo di ricercatori ha lavorato 24 ore su 24 per estrarre una «carota» di ghiaccio, suddivisa in 300 pezzi da 70 centimetri di lunghezza e 8 di diametro, poi trasportati nell’EuroCold Lab dell’Università Bicocca per essere studiati.

In quota, dopo lo smontaggio del campo base, sono rimasti quattro cavi di fibra ottica, posizionati per analizzare orizzontalmente e verticalmente il ghiacciaio, così da nerlo monitorato nel corso del tempo. Ieri, a Palazzo Lombardia, sono stati presentati i primi risultati di Ada 270, progetto ideato per sviluppare una pianificazione urgente a protezione e tutela dei territori montani, in particolare dei ghiacciai. Quello dell’Adamello racchiude la storia climatica e ambientale della Lombardia e delle Regioni limitrofe: capire come si sono evoluti il clima e l’ambiente nel passato permette di fornire le basi per costruire scenari futuri. E Ada 270 guarda già al futuro: visto il successo, la Fondazione Lombardia per l’ambiente, capofila progettuale, ha già lanciato un nuovo step, sempre in tema ghiacciai e arco Alpino.

EMBED [Attrezzatura impiegata durante gli scavi sul Pian di Neve]

Si chiama «Climada – Ricostruzione climatica e ambientale dell’area dell’Adamello e delle Alpi centrali» ed è dedicato alla ricostruzione della storia climatica e ambientale delle Alpi centrali in un contesto più ampio a scala regionale-europea. Obiettivo è la ricomposizione dell’evoluzione climatica degli ultimi secoli, con particolare riguardo agli effetti del cambiamento climatico sulle aree d’alta montagna. «Il valore aggiunto di Ada 270 è aver coniugato il prelievo del ghiaccio, con tutti i suoi risvolti di ricerca scientifica e di dati che ne scaturiranno – spiega il geologo camuno Luca Albertelli -, con l’opportunità di eseguire indagini geofisiche a quella profondità e installare poi dei sensori in fibra ottica: questo fattore proietta il progetto nelle tecnologie future di controllo del territorio e dell’ambiente. Sono già disponibili i primi dati – aggiunge Albertelli -, dati che riguardano sia la profondità precisa del ghiacciaio sia la sua conformazione, così come l’evoluzione della temperatura lungo tutta la verticale di sondaggio. Informazioni che saranno confrontate con i rilievi da satellite ed elaborate per comprendere come si muove il ghiacciaio dell’Adamello e quale sarà il suo futuro. Il domani di un pianeta e del suo ambiente, che evolve e si trasforma sempre più velocemente».

dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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