Non c’è dubbio che la neve sia bianca. Parlandone, spesso, si evoca infatti il «candore della neve». Eppure, negli ultimi tempi, in alcuni luoghi in quota come il ghiacciaio Presena, è diventata rosa, a tratti rossa, un «bel» rosso magenta.
Per i meno esperti si tratta di una colorazione dovuta alla sabbia del Sahara, che spesso arriva fin da noi, trasportata del vento. Ma non è affatto così: il fenomeno delle neve rosa che si osserva soprattutto in questo periodo sui ghiacciai è dovuto al proliferare di un’alga unicellulare che si forma nell’acqua di fusione. Anche il ghiacciaio del Presena, in alcuni tratti, varia il suo colore verso il rosa e la stessa cosa vale per lo Stelvio, il Gavia e per tutti quelli Trentini.
Lo sanno bene gli alpinisti che frequentano l’Adamello o chi ha la fortuna di sorvolare dall’altro le distese del Pian di neve. Si tratta di un fenomeno non ancora pienamente studiato da noi: solo in Groenlandia sono stati condotti approfondimenti e misurazioni di quanto sta accadendo. Per questo la commissione glaciologica della Sat (Società alpinisti tridentini) ha da poco avviato un progetto sulla «neve rossa», che coinvolge direttamente tutti gli appassionati di escursioni in alta quota. Insieme ai ricercatori del Cnr e dell’università Bicocca è stato chiesto a tutti gli alpinisti di fotografare i fenomeni che osservano nel corso delle loro uscite e di inviare gli scatti, indicando il luogo dove sono stati effettuati. In questo modo sarà possibile costruire una sorta di mappatura degli avvistamenti, per condurre degli studi più approfonditi sui ghiacciai delle Alpi.
L’avvenimento si osserva durate l’estate, quando sui ghiacciai si forma l’acqua di fusione a causa delle alte temperature: è qui che l’alga trova le condizioni ideali per riprodursi. Il colore rosa-rosso, dovuto ai pigmenti fotosintetici, diminuisce però la luce riflessa dai ghiacciai, aumentando la radiazione solare assorbita e accelerando, purtroppo, la fusione di neve e ghiaccio. «Succede un po’ ovunque – dicono gli esperti -, ma purtroppo quel rosso nel bianco della neve non ha nulla di romantico o di suggestivo. È uno degli effetti dei cambiamenti climatici, che stanno erodendo i ghiacciai». Molto si sta facendo, al confine tra Valcamonica e Trentino, per tentate di salvare il Presena, anche con la posa di teli geotessili, ma è un’impresa ardua.
dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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