In tempi in cui la didattica a distanza e lo smart working sono indispensabili per consentire ai ragazzi di seguire la scuola e agli adulti di lavorare, in Valcamonica le cose non sono rosee.

Nonostante l’area sia stata individuata, alcuni anni fa, come zona pilota di sperimentazione, con priorità rispetto ad altri territori marginali, la fibra ultra veloce ha raggiunto solo in sporadici casi le case e il progetto accusa quasi tre anni di ritardo. La promessa era di coprire la Valle entro l’autunno 2018 con una banda di almeno cento mega, esattamente come in città.

Sogno e realtà. I quaranta comuni camuni erano stati divisi in quattro gruppi e i primi a partire con i lavori per collegare le case dovevano essere Ponte, Corteno, Edolo, Borno e Artogne, a seguire gli altri. La conferenza dei servizi si è chiusa nell’autunno 2018 ed entro fine anno si sarebbe dovuti chiudere il primo gruppo, poi partire con gli altri. La realtà è ben diversa: nella primavera 2021 alcuni progetti non sono neppure approvati. I lavori per la posa della fibra sono iniziati a Monno, Artogne, sull’Altopiano del sole, Niardo, Ceto, Berzo Inferiore e, negli scorsi giorni, a Corteno. Emblematico è il caso di Ponte, dove si attende ancora il progetto, rimandato, riferiscono gli amministratori locali, «per le difficoltà del progettista a raggiungere il comune».

Difficoltà. E Ponte è una località avvantaggiata, visto che ha già i cavidotti pronti (quelli di Sit e Sosvav, già calibrati per ospitare la fibra), quindi senza la necessità di fare scavi. Per gran parte degli altri paesi camuni la fibra è sconosciuta. Con non poche difficoltà, essendo un’area a fallimento di mercato, ha sopperito in parte Tim, che ha portato una propria rete in fibra almeno in modalità fttc (ovvero sino all’armadio di quartiere/paese) e sim. E poi c’è la rete del Bim, che corre da un ventennio sotto i binari della ferrovia.

Tempi lunghi. «Senza questa Comuni, ospedali, uffici e scuole non avrebbero potuto far nulla, neppure la dad – chiosa Mauro Testini, che segue il progetto da tempo -. Il Bim ha sottoscritto con Infratel e Regione una convenzione per fare da progetto pilota con 47 comuni. Siamo nel 2021 e alcuni non hanno neppure la progettazione di massima, nonostante la nostra totale disponibilità. Prevedo tempi lunghissimi e noi siamo comuni pilota, non oso immaginare gli altri: è un vero fallimento con risorse pubbliche. Sarebbe una gran cosa se facessero almeno quanto programmato. Riemerge l’infinito e mai risolto problema italiano: il tempo, che è limitato ed è un costo, ma per il ministero non ha alcuna importanza. Tutto è gestito da loro, noi non possiamo far nulla».

dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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