La curva del contagio è in discesa da cinque settimane. Ma, nel Bresciano, un Comune su quattro ha ancora numeri da «zona rossa», con una diffusione del virus oltre la soglia d’allarme. Le aree dove il Sars-CoV-2 pare resistere di più sono le valli, in particolare Valcamonica e Val Trompia, insieme ad alcuni Comuni di confine, dove forse vi è maggiore mobilità.
Dopo la rapida discesa della scorsa settimana, dovuta anche ai minori tamponi processati nel weekend di Pasqua, negli ultimi 3 giorni la curva dell’epidemia da Sars-CoV-2 nella nostra provincia mostra una sostanziale stabilità: l’incidenza ogni 100mila abitanti calcolata sui casi degli ultimi 7 giorni il 6 aprile era da «zona rossa», ovvero sopra i 250 casi (267); poi un rapido calo fino a 189 casi su 100mila abitanti l’11 aprile, 184 lunedì e la risalita a 188 ieri. Numeri ampiamente sotto la soglia d’allarme. Tanto che Brescia, che a inizio marzo aveva registrato il valore più alto a livello nazionale (585 casi ogni 100mila abitanti), ora, nella classifica delle province più colpite, è al 44esimo posto.
La situazione continua ad alleggerirsi anche negli ospedali mentre resta drammatica la conta dei morti: ieri, nel Bresciano, altre 11 vittime, sebbene la data della morte vada dall’8 al 13 aprile. Si conferma la maggiore letalità tra gli uomini (8 su 11) mentre il bollettino dell’Ats di Brescia mostra un’età media bassa, 76 anni: tra le vittime un 61enne di Pontoglio e un 68enne di Passirano. Due morti in città dove il totale dei lutti a causa del virus, da inizio epidemia, è arrivato a 750.
Il bollettino di Regione Lombardia riporta altri 136 casi nel Bresciano. I guariti sono invece stati 488, più del triplo. Una dinamica che prosegue da tempo tanto che gli «attualmente positivi» sono scesi sotto gli 8mila (7.655): il 15 marzo sfioravano i 17mila. Se un mese fa Brescia era la provincia osservata speciale in Lombardia, ora lo è Varese dove l’incidenza è risalita a 234 casi ogni 100mila abitanti. Anche Sondrio (212), Como (208) e Mantova (206) sono sopra quota 200. A livello territoriale, sono 51 i Comuni bresciani sopra la soglia d’allarme (di 250).
Vuol dire che negli ultimi 7 giorni i casi registrati sono stati più dello 0,25% della popolazione.
In questa speciale classifica Artogne con lo 0,83% (30 casi su 3.600 residenti) e Bienno con lo 0,76% (29 casi su 3.800 abitanti) registrano le situazioni più critiche. Ben 22 Comuni su 51 si trovano in Val Camonica, dove il virus sembra aver ripreso a circolare con velocità. Altri 5 sono in Val Trompia (Tavernole, Gardone, Collio. Lumezzane e Villa Carcina). Anche qui il Coronavirus nelle ultime settimane ha ripreso vigore, per quanto gli ultimi giorni mostrino un rallentamento (Sarezzo da tre giorni è senza casi). Va detto che a inizio marzo la mappa della provincia di Brescia era quasi completamente «rossa», con oltre 180 Comuni (su 205) sopra la soglia d’allarme. Oggi invece si contano 19 Comuni senza casi da almeno 7 giorni e tre paesi «Covid free».
dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
Leggi articolo originale