Dopo una settimana di maltempo, ieri il meteo ha concesso la prima vera giornata completa di tregua in alta Valcamonica: sono ricomparsi il sole e il cielo azzurro. I raggi sembrano aver spazzato via i problemi che la gran quantità di neve caduta ha trascinato con sé.
Nel primo pomeriggio è stato possibile riaprire la statale 42 da Ponte di Legno al Tonale e nel versante trentino. Il sopralluogo effettuato in elicottero dal nivologo, accompagnato dal sindaco Ivan Faustinelli, non ha mostrato nuove criticità: gli accumuli sono considerevoli, ma non ci sono pericoli di distacchi che possano interferire con le strade.
Le poche slavine individuate hanno percorsi limitati e non minacciano la viabilità. Intorno alla 14 è stato sistemato il guasto ai ripetitori del Corno d’Aola: cellulari e telefoni fissi, muti da giorni, hanno ripreso a funzionare, così come Internet. Nel tardo pomeriggio, poi, è riapparso pure il segnale tivù, facendo tornare alla «modernità» la località. Resta da risolvere la questione della linea elettrica in alcune vie del paese, ancora servite da generatori, e dell’alimentazione delle centrali e delle dighe in Val d’Avio.
Sul territorio, a terra, restano però centinaia di piante, schiantate dal peso della neve. Il fenomeno è ben conosciuto in zona: alla prima nevicata si aggiunge la pioggia, che appesantisce i rami; ghiacciando e con una seconda nevicata si forma un accumulo che non lascia stabilità agli alberi. Lo scorso anno sono finiti a terra a migliaia e il rischio è che il fenomeno si ripeta anche nel 2020. Molti schianti sono avvenuti nella zona sopra l’area faunistica di Pezzo e nella strada che porta a Viso. Resta chiusa la provinciale 345, la strada per Montecampione 1800 e la Valpalot-Colle San Zeno. Una criticità si evidenzia al centro faunistico di Paspardo, dove un grosso castagno, nello schiantarsi, ha trascinato con sé un pezzo di strada che conduce al centro, ora raggiungibile solo a piedi. Nelle ultime ora anche a Cevo è stata emanata un’ordinanza che chiude gran parte delle strade montane per il pericolo di valanghe e per il ghiaccio.
Infine, c’è il capitolo cervi. A causa delle neve, soprattutto tra Ponte, Pezzo e il Gavia, molti ungulati si sono abbassati di quota in cerca di cibo. Sono molto visibili e, in alcuni casi, si avvicinano alle case. Secondo gli esperti non sono affatto in difficoltà, perché abituati a fronteggiare le avversità della natura. Per questo si sconsiglia di avvicinarli e di offrire cibo (sono ruminanti). Qualche allarme è stato lanciato per le tracce di sangue che sono apparse chiaramente sulla neve nella zona della Tonalina: si tratta di cervi uccisi durante la caccia di selezione, ancora autorizzata in questo periodo, non di animali in difficoltà per la neve.
dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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