Fino a non molti anni fa il treno della Valcamonica sbuffava con il suo fumo scuro tra le montagne e il lago d’Iseo per raggiungere Brescia. Poi la linea Brescia-Edolo è stata ammodernata, i convogli sono diventati più confortevoli, i viaggi più veloci. Un salto in avanti davvero notevole. Anche dal punto di vista dell’inquinamento la situazione è un po’ migliorata, ma non si può certo dire che il famoso «trenino della Valcamonica» sia un mezzo di trasporto ecologico.
Guardando avanti, per una vallata che – abbandonata la siderurgia – si proietta nel futuro con ambizioni turistiche di primo piano e di sostenibilità, è chiaro che qualcosa deve cambiare. E allora perché non pensare, proprio in Valcamonica, a una tecnologia che in Italia non è ancora arrivata, forse se ne parlerà nel 2021, ma che inizia a interessare? Lo scorso giugno l’azienda francese Alstom, specializzata nel trasporto su rotaia, e il player delle infrastrutture energetiche Snam hanno stretto un accordo per lanciare, anche da noi, le sperimentazioni per portare il treno a idrogeno. Gli amministratori camuni hanno preso la palla al balzo.
EMBED [Il primo treno a idrogeno circolante in Europa, prodotto dalla Alstom]
Sostenibile. «Vogliamo diventare la prima vallata alpina che utilizza una mobilità pubblica green e sostenibile attraverso il treno a idrogeno», ha rivelato il presidente della Comunità montana Sandro Bonomelli l’altro giorno, mentre raccontava la Valle al nuovo questore di Brescia Giovanni Signer. Una frase detta a mezza voce, perché il progetto è ancora tutto da costruire, ma con la consapevolezza di avere ormai scelto la strada da percorrere per guardare al futuro. L’idea-prospettiva non è fine a se stessa. Perché l’obiettivo è un altro, ancora più ambizioso: dare la possibilità di raggiungere l’alta Valle, con le sue piste di sci e i suoi sentieri, in due ore da Milano.
Progetto. Ed è qui che si innesta la seconda parte del maxi progetto: il convoglio a idrogeno percorrerà tutta la Valcamonica, a Iseo incrocerà la metropolitana leggera in arrivo di Brescia (il piano è sui tavoli da tempo) e, soprattutto, si collegherà con la stazione di Rovato. Non è una fantasia, ma una possibilità, visto che i convogli viaggiano sullo stesso scarto ferroviario. Da Rovato, poi, i treni per Milano sono abbondanti. Tempo di percorrenza: due ore o poco più, tutto viaggiando su mezzi pubblici. Se possibile, il nuovo «grande sogno» della Comunità montana e del Bim, insieme ai sindaci della Valcamonica, si spinge ancora oltre: l’intento più generale è razionalizzare il sistema di trasporto pubblico del territorio camuno e sebino (sì, perché anche i traghetti del lago potrebbero essere riconvertiti a idrogeno) creando una filiera dell’idrogeno in Valle.
In che modo? Semplice: prevedendone anche la produzione attraverso la realizzazione di una centrale a idrogeno, che renda completamente autonomi e sostenibili i trasporti pubblici dell’area. Il super intervento sta ponendo le basi anche per una sua fattibilità economica: difatti è inserito tra i progetti strategici che i vertici degli enti comprensoriali candidano sul Recovery fund dell’Unione Europea ed è stato illustrato alla Regione. La strada è ancora molto lunga, piena di difficoltà e di prevedibili inciampi, ma l’importante, spesso, è cominciare a mettersi in marcia. La Valcamonica lo sta facendo convinta.
dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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